Live Evil (1982 - ***1/2) è sicuramente registrato meglio di Live At Last, ma Dio rimane leggermente in impaccio nel repertorio di Ozzy, laddove invece è superbo nei suoi eloquenti "comizi metal". Dio e Appice se ne vanno trovando miglior fortuna con la carriera solista del piccolo folletto. I Black Sabbath stupiscono invece tutti richiamando Bill Ward alla batteria, ma soprattutto ingaggiando alla voce Ian Gillan, cioè proprio il cantante degli storici "avversari" Deep Purple. Ne verrà fuori un album poco ispirato ed una lacerante disputa con i fans. Born Again (1983 - **1/2) è registrato in modo imbarazzante, ma Trashed e Disturbing The Priest non sono davvero male. Gillan se ne tornerà prestissimo nei Deep Purple, contribuendo da par suo al successo di Perfect Strangers (1984) di questi ultimi. Cacciati anche Geezer Butler e Bill Ward (di nuovo), Tony Iommi getta la maschera. Sulla copertina di Seventh Star (1986 - *) appare da solo, come a significare che i Black Sabbath sono divenuti ormai un suo progetto solista. L'ingaggio della voce di Glenn Huges (anche lui curiosamente un ex Deep Purple, oltre che ex Trapeze) e della batteria del futuro Kiss Eric Singer, non riesce a mitigare la delusione. Almeno sappiamo con certezza a chi è da imputare questo disastro. Ormai i Sabbath collezionano più cambi di formazione degli stessi Deep Purple. Questa volta il microfono è in mano al sottovalutato e sfortunato Tony Martin. La voce c'è, ma le canzoni di The Eternal Idol (1987 - **) non sono niente di speciale; anzi solo la title track e Born To Lose sono da salvare. Più o meno sullo stesso livello (anzi un pelo peggiore) è il successivo Headless Cross (1989 - *1/2), rimasto nella memoria collettiva solo per l'ospitata di Brian May (il chitarrista dei Queen) e per la presenza del funambolico batterista Cozy Powell. Che dire invece di Tyr (1990 - *)? Semplice: fa schifo. Tony Martin viene allontanato tra fischi e pernacchie perché sta tornando alla ribalta una formazione che i fans storici di sicuro gradiranno. Tony Iommi. Ronnie James Dio, Geezer Butler e Vinny Appice (la formazione che aveva inciso Mob Rules) suonano in Dehumanizer (1992 - **1/2), un disco che, fin dalla copertina, è vicinissimo al purissimo classic heavy metal del Dio solista. Nonostante un acclamato tour mondiale la scaletta non convince appieno, anche se Computer God, TV Crimes e soprattutto Time Machine sono dei gran pezzi (finalmente). Dio e Appice se ne vanno ancora una volta per gli insanabili contrasti con il leader ed allora quest'ultimo richiama il fidato Tony Martin. Ne viene fuori il disco migliore (si fa per dire) di questo sfortunato connubio. Cross Purposes (1993 - **) vede una buona performance del cantante in canzoni però dal livello mediocre (eccetto Cross Of Thorns). Iommi non si è ancora accorto che il fiato è davvero corto e che in giro ci sono circa due milioni di metal band migliori dei Black Sabbath. Ecco che esce pure Forbidden (1995 - *), l'ennesimo sfregio ingeneroso alla leggenda dei Black Sabbath. Partecipa alla festa d'addio perfino il rapper Ice-T (leader del gruppo crossover dei Body Count). La rimpatriata con Ozzy Osbourne, voluta dalla casa discografica Epic, frutta soltanto un applaudito tour mondiale ed un album doppio dal vivo. Reunion (1998 - ***) dal punto di vista della qualità audio è il miglior live della storia del sabba nero; non convince però quest'aria dimessa da band dell'ospizio. Ozzy e Iommi non sono fatti per andare d'accordo e dunque il previsto disco di inediti non vede mai la luce. Per motivi contrattuali l'ennesima prova della formazione Dio / Appice / Iommi / Butler esce a nome Heaven & Hell (come il grande album del 1980, in cui però non suonava Vinny Appice, bensì Bill Ward). The Devil You Know (2009 - ***1/2) è un disco di solido metal moderno che assume un significato particolare perché si tratta dell'ultima registrazione di Ronnie James Dio prima della prematura morte. Le composizioni sono di buon livello con i picchi rappresentati da Atom And Evil, da Rock N'Roll Angel e soprattutto dalla terrificante Bible Black. Pur con altro nome, si può finalmente affermare che i Black Sabbath sono tornati a produrre musica decente. Il 2013 è invece l'anno giusto per il nuovo incontro con Ozzy Osbourne (con Iommi e Butler c'è Brad Wilk dei Rage Against The Machine alla batteria). 13 (***) è un album più che dignitoso, in cui risplendono composizioni più varie rispetto al recente passato (Loner, Damaged Soul), in cui Tony Iommi torna ad essere un vero guitar hero nonostante la devastante malattia che lo ha colpito da diversi mesi e dove Ozzy Osbourne canta al meglio delle proprie possibilità (ascoltate l'attacco teatrale di End Of The Beginning). Ci vuole altro per stupire, ma questi sono i Black Sabbath dopo 45 anni di eccessi vari. Esiste anche una de luxe edition con tre brani in più assolutamente prescindibili (Methademic, Peace Of Mind e Pariah). |