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Giancarlo Erra

Chiara Felice intervista Giancarlo Erra, leader e fondatore del progetto Nosound, in occasione del suo live al Blag Club di Londra  il 13 agosto 2010.
 
Chiara Felice
- Ciao Giancarlo, grazie per averci concesso questa intervista.

Giancarlo Erra - Ciao Chiara, grazie a voi.

C. F. - Iniziamo dai Nosound. Tu sei la figura cardine anche perché fondamentalmente si tratta di un tuo progetto.

 
Giancarlo - Sì perché i Nosound sono nati da me. Già prima suonavo con gli attuali componenti della band ma in altre formazioni. Il primo disco l'ho fatto quasi sostanzialmente tutto io, per cui io sono la figura che si occupa della scrittura e poi della produzione.
Nel tempo si sono aggiunti anche tutti gli altri ragazzi, un paio di loro: il tastierista Paolo Martellacci e il bassista Alessandro Luci in verità sono nati con me insieme ai Nosound; c'erano fin dall'inizio anche se non partecipavano. Per quanto riguarda la chitarra acustica c'è stato invece un cambio, all'inizio avevamo un altro chitarrista acustico ed un altro batterista, oggi ci sono il batterista Gigi Zito e Alessandro Vigliarolo alla chitarra.

C. F. - Radici era un promo?

Giancarlo - Sì, Radici era un promo interno, fatto girare ad amici, conoscenti e basta. Diciamo il primo disco dei Nosound in quanto reale progetto è Sol29.

C. F. - Sol29 che aveva avuto molto successo, portandovi ad avere un discreto numero di live dai quali poi sarebbe stato tratto un dvd e che quest'anno è stato rimasterizzato dall'etichetta Kscope alla quale siete approdati nel 2008.

Giancarlo - Sì è stato rimasterizzato con un nuovo packaging e con dvd aggiuntivi.
Tantissimi live no perché comunque non è facile, la crisi economica ha influito anche sul badget dei locali che sono sempre più stretti e quindi alla fine se non fai o cover di gruppi famosi o cose che siano un tantino più accessibili diventa tutto più difficile. Un po' di live li abbiamo fatti, poi è uscito il dvd. Diciamo che sicuramente Sol29 ha aiutato; per essere stato un disco pubblicato dal nulla sicuramente sì, ha avuto un buon successo. Poi sicuramente abbiamo anche avuto una serie di persone - vedi Steven Wilson dei Porcupine Tree, i No-Man - che ci hanno preso sotto la loro ala protettiva aiutandomi a spingerlo. L'esser stati in rapporti con loro, l'aver suonato, aver avuto un loro giudizio sicuramente ci ha aiutato ad uscire.

C. F. - Avete suonato con Steven Wilson?

Giancarlo - Sì. Con il mio primo gruppo - dove poi incontrerò l'attuale tastierista dei Nosound - facevamo delle cover dei Porcupine Tree. Abbiamo fatto alcuni concerti a Roma dove proprio i Porcupine Tree sono venuti a sentirci perché noi suonavamo il giorno prima del loro concerto nella capitale. Con Wilson ci conosciamo perché nel '98, quando ancora i Porcupine Tree non erano molto conosciuti, li abbiamo aiutati a farli suonare a Roma. Ci conosciamo da molto tempo, Steven Wilson ora per esempio ha mixato il mio album con Tom Bowness, Memories Of The Machines, progetto che uscirà presto, spero a fine anno.

C. F. - Proprio Tim Bowness presterà la sua voce nel brano Someone Starts To Fade Away contenuto in Lightdark. La collaborazione è nata sempre attraverso la casa discografica?

Giancarlo - La collaborazione con Tim Bowness è nata perché lui gestisce Burning Shed che è un negozio online oltre che un'etichetta. Lui è un dei fondatori per cui io quando ho fatto Sol29 ho inviato anche a lui il cd per vedere se potevamo venderlo su Burning Shed. Lo ha ascoltato, gli è piaciuto molto e mi ha contattato dicendomi che avremmo potuto lavorare a qualcosa insieme. Someone Starts To Fade Away era una canzone nata per questo progetto con Tim (Memories Of The Machines) ma poi abbiamo deciso di inserirla in Lightdark.

C. F. - Il nome Nosound. Ovviamente non c'entra niente con i NoMan, nonostante la vostra collaborazione con Bowness...

Giancarlo - Originariamente in Italia lavoravo per un internet provider e quindi ad un certo punto avevo preso un nome di dominio che ricordo fosse nosound.net. Dopo due anni che era stata creata la band sono tornato a quel progetto originario del dominio internet quindi ho detto, "ho già il dominio internet, il nome mi piace ancora" e quindi..ecco Nosound! Poi mi affascinava molto l'idea di una band chiamata No-sound. Con NoMan ci ho pensato dopo che potesse esserci qualche collegamento. E' una coincidenza.

C. F. - Passaggio alla Kscope. Molti ascoltatori vedono il passaggio ad un'etichetta più grande come un tradimento. Ovviamente qualche aspetto negativo c'è sempre ma io credo che la maggior parte delle volte è un ottimo motivo per crescere ulteriormente. E' una sorta di passaggio dall'infanzia all'età adulta.

Giancarlo - Sì, e credo che sia un passaggio necessario. Tanti gruppi giovani non si rendono conto di quanto lavoro bisogna fare da soli. Devi lavorare molto per arrivare ad un'etichetta, perché se non arrivi a un'etichetta non avrai mai la potenza promozionale. Quindi, se tu hai la fortuna di lavorare molto e bene approdi in un'etichetta, però le etichette non sono più come una volta, non è che prendono il gruppetto che ha fatto il demo e gli danno i soldi per andare a fare il disco ad Abbey Road. Diciamo così, oggi ci si sposa con l'etichetta ma devi andare con una "dote", senza una dote non ci si sposa più. E la dote non te la può dare nessuno, vuol dire tanti soldi spesi; io ora sono qui, lavoro per un'etichetta e quindi va sicuramente molto meglio, però per 10 anni anni ho fatto un lavoro come tutti gli altri, in ufficio dalla mattina alla sera e la notte a fare il musicista per avere l'indipendenza economica, per poter fare la mia musica, per potermi stampare i miei 1.000-2.000 cd e metterli in un negozio online. Casa mia era diventata un deposito, lo è tutt'ora. E' così, devi metterti lì, trovare i siti, i giornalisti. E' difficile capire questo concetto secondo me, in particolare in Italia. Quando arrivi ad alti livelli ti puoi permettere di non avere più l'etichetta, però, come dire, c'è questa fase intermedia molto lunga - per alcuni non finisce mai - dove comunque hai bisogno, soprattutto all'inizio, di un'etichetta.

C. F. - Parliamo dell'album Lightdark. Il titolo, la copertina caratterizzata da questa immagine molto sfocata, la musica che brano dopo brano va delineando atmosfere sempre più rarefatte; non c'è niente di definito, tutto sembra essere accennato. Si ha quasi la sensazione di affacciarsi ad una porta lasciata semiaperta, lasciando all'ascoltatore la possibilità di immaginare cosa ci possa essere oltre. Inoltre, ascoltandolo la parola che maggiormente mi veniva in mente era "ricordo". Che peso ha avuto il ricordo in questo disco?

Giancarlo - Ci sono due motivi, il primo è che vivo di ricordo, in particolare di cose belle e non più presenti, oppure di cose brutte che hanno lasciato il segno. Sicuramente il ricordo è un tema portante nelle liriche che scrivo, ma anche nella musica che ascolto. La "non definizione" è dovuta al fatto che fondamentalmente mi piace scrivere ma mi piace scrivere senza mai dire troppo; un po' perché le cose risultano maggiormente affascinanti e un po' perché mi piace che l'ascoltatore che percepisce quella cosa lì la possa sentire anche sua. Se tu scendi troppo in un dettaglio lasci poco all'immaginazione, invece a me piace l'idea di provare a far sì che si torni ad un ascolto musicale: ti metti lì con le cuffie, tranquillo. E' come quando leggi un libro, io non ho mai visto una persona che legge un libro e nel frattempo stira, non ho mai capito perché uno debba ascoltare musica e stirare! Mi piacerebbe che la musica venisse intesa come ascolto, poi c'è anche la musica di intrattenimento e va bene, ma quella è un'altra storia. Se la musica deve essere quella "da ascolto", allora mi piace raccontare una storia. Se devo raccontare una storia parto dal presupposto che i fatti tuoi, arrivati ad un certo punto annoiano sempre, quindi devi per forza cercare di virare verso l'immaginazione. La malinconia è sicuramente qualcosa che mi affascina, che mi lascia tanto da raccontare, anche se quasi mai è intesa come una malinconia disperata, forse nell'ultimo disco sì ma è un eccezione, tendenzialmente è più una malinconia calda, è più un senso di casa, un senso di interno; quella è una cosa che mi piace molto: un senso di estraneazione da ciò che è l'esterno. La copertina rappresenta una mamma e una bambina ed è legato perché nel disco parlo di ricordi che possono riferirsi all'infanzia.

C. F. - Una parentesi proprio sulla copertina del disco: la foto è stata scattata da te?

Giancarlo - Sì, tutte le foto delle copertine dei dischi dei Nosound sono state scattate da me. La foto originale della copertina di Lightdark era realmente così, a parte la gradazione del colore che è stata modificata. Era la foto di una mamma, in una spiaggia vicino Roma, che giocava con la figlia; questo è ciò che c'è nella foto, anche se non si vede chiaramente. Mi piace dare un continuum artistico tra il prodotto e la musica che faccio. Quando una persona spende 10 euro per comprare un disco dei Nosound, non sta comprando solo la musica, sta comprando un prodotto, quindi mi piace pensare come era con i vinili. Quando uno prende un album ha tra le mani un prodotto che è tutto legato. Oggi il mercato è diviso in due parti: il settore del download e della musica di consumo e il settore dell'appassionato. L'appassionato che spende soldi deve avere tra le mani non un cd con una paginina di libretto dentro e un disco stampato alla buona, deve avere un qualcosa che si adoperi ad essere "opera d'arte"; ovviamente ad uso della musica.

C. F. - Si sentono molte influenze nella musica dei Nosound, a partire dai Porcupine Tree e i NoMan. La base di partenza potrebbe essere definita progressive ma questa poi si sviluppa portando con se elementi che possono rimandare la mente alle atmosfere sonore di Robert Fripp e Brian Eno piuttosto che ai Sigur Ros.

Giancarlo - Sì, si sentono cose un tantino più oblique, meno legate al progressive classico. In Italia abbiamo tantissima gente che fa bella musica ma che spesso e volentieri rimane comunque legata al progressive italiano degli anni '70 che ha fatto un sacco di cose belle, ma siamo rimasti comunque lì. Alcune belle eccezioni stanno comunque uscendo fuori ma purtroppo vengono prese e portate all'estero. Sicuramente la musica di Fripp come quella di tanti altri artisti la vedo molto più vicina a quelle che possono essere le ispirazioni alla Nosound piuttosto che, per esempio, il neo-progressive. Il legame con il new-prog c'è ma francamente non lo ritengo tra le influenze più importanti.
I Sigur Ros li ho visti per la prima volta a Londra ed eravamo 150 persone. Adesso riempiono le arene ma quando li vidi io, tanti anni fa, lo dissi subito che si trattava di un gruppo che avrebbe fatto storia. Sigur Ros e tantissima musica dal nord Europa, penso che il nord Europa sia un calderone creativo enorme. Dagli ultimi lavori degli Ulver che facevano death metal e adesso stanno facendo delle cose magnifiche. Ci sono gruppi assolutamente sconosciuti che fanno delle belle musiche: queste misture con strumenti tipici del posto uniti all'elettronica, uniti a qualcosa che potrebbe essere post-rock ma dove però è sempre presente una linea melodica vocale per cui non ci si perde in questi giri infiniti del post-rock. Penso che mai come oggi ci sia così tanta bella musica in giro. Non sono d'accordo con chi dice che la musica fa schifo, la musica si è semplicemente moltiplicata fino a saturare il mercato per cui se anche prima il 20% era buono e ci piaceva e l'80% no, prima l'80% erano 100 gruppi, adesso l'80% sono 10.000.000 di gruppi; per contro anche quel 20% è aumentato. Secondo me andando in giro su internet si trova tantissima bella musica, ripeto, negli ultimi due anni ho un elenco di band che ho scoperto tutte bravissime.

 

C. F. - Due parole sullo spettacolo di stasera.

Giancarlo - Lo spettacolo di stasera se vogliamo è un inedito. Questa sera ci saranno pezzi in equa misura tra Sol29, Lightdark e A Sense Of Loss. Io di solito suono la chitarra e canto mentre questa sera, essendo da solo, suonerò la chitarra, la tastiera e canterò, quindi farò un po' tutto. Spero venga fuori una bella cosa perché a me piace molto l'idea, ho riarrangiato tutti i pezzi per essere fatti o piano e voce o chitarra e voce. Alcuni sono addirittura meglio, cioè sono meno di impatto però in termini di significato e di atmosfera credo che alcuni pezzi ne abbiano guadagnato, sono sicuramente più intimi. Potrebbe essere il primo di una serie. Speriamo.

 

C. F. - Ancora Grazie Giancarlo.

Giancarlo - Grazie a te.

 Chiara Felice