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La storia di Janis e dell’orso

 

San Francisco, marzo 1968; la città è l’epicentro della diffusione del rock psichedelico. Gli impresari Chet Helms e Bill Graham fanno affari d’oro con i locali da ballo Avalon Ballroom e Fillmore Auditorium. Oltre a loro c’è un’altra figura carismatica che si trova alla testa del pittoresco movimento cultural – musicale denominato “hippie”. Si tratta di Augustus “Bear” Owsley Stanley III, che è rampollo di un’importante famiglia di politici democratici (suo nonno era stato addirittura governatore del Kentucky) e di professione fa il chimico; o forse sarebbe dire meglio lo spacciatore.

Se lo scrittore Ken Kesey è stato il cantore e profeta dell’acido lisergico, Stanley ne divenne il più grande diffusore a livello nazionale. Grazie ai suoi notevoli mezzi economici ed alla sua competenza in fatto di chimica, l’orso mise in circolo quasi un milione e mezzo di dosi di LSD purissimo tra il 1967 ed il 1968, a prezzi assolutamente irrisori. Da pochi mesi l’acido era diventato droga proibita grazie ad un apposito atto approvato dal Congresso degli Stati Uniti (in precedenza veniva prescritto, dietro regolare ricetta medica, come cura per disturbi gravi della psiche) e proprio il rampollo di una delle più importanti famiglie del paese diventava improvvisamente un fuorilegge super sorvegliato dall’F.B.I. Oltre che convinto diffusore dell’LSD, Stanley era anche un grande appassionato di rock. Molto vicino all’entourage dei Grateful Dead, il nostro piccolo chimico iniziò a registrare in modo professionale tutto quanto accadeva sui palchi della città in quel magico periodo. Ed era veramente tanta, tanta roba! Dietro alla recente proliferazione di nastri d’epoca, che documentano concerti di Grateful Dead e Jefferson Airplane, c’è proprio l’orso e la sua attrezzatura portatile.

 

Adesso esce Live At Carousel Ballroom dei Big Brother & The Holding Company, proveniente sempre dalla collezione privata di Stanley (Bear’s Sonic Journals).

I Big Brother erano il gruppo del momento nel marzo del 1968. Molti li ritenevano, al pari di Jimi Hendrix Experience e The Cream, l’act più eccitante del nuovo blues psichedelico.
 
La loro carriera era svoltata con l’ingaggio di una straordinaria cantante texana chiamata Janis Joplin, la quale aveva donato alto lignaggio musicale ad un repertorio indeciso tra i voli pindarici della psichedelia e la coerenza estremamente sanguigna dei classici del blues.
 

Se l’album in studio Big Brother & The Holding Company (1966) era stato un sonoro fiasco commerciale, l’album dal vivo Cheap Thrills (1967) aveva venduto molto bene e sembrava essere il preludio per la definitiva esplosione della band. Ascoltando questo nuovo documento live si notano invece già i segnali che faranno di lì a poco implodere i Big Brother. Janis sembra una tigre nella gabbia del limitato spettro sonoro imbastito dai compagni (ascoltate la versione della mitica I Need A Man To Love o Flower In The Sun). I Big Brother erano niente più che degli onesti comprimari che cercavano di ricreare senza successo le straordinarie suggestioni di musicisti di altro livello come Jerry Garcia, Jorma Kaukonen o John Cipollina. Di lì a poco Janis avrebbe abbandonato i Big Brother per tentare la carta della carriera solista, rinunciando così ai facili guadagni del pop per cercare, ultima di tutta una serie di musicisti della sua generazione (Michael Bloomfield, Al Kooper ed in parte anche John Mayall), una via “progressiva” per il blues, lontana dalla teatralità ingenua della psichedelia. I fans dei Big Brother & The Holding Company sprofondarono nello sconforto e lo scettro di gruppo commercialmente più rilevante della Bay Area rimase appannaggio esclusivo dei Jefferson Airplane e dei Creedence Clearwater Revival.

Janis non fu mai una cliente affezionata dell’orso, preferendo l’alcol e l’eroina all’LSD, come vie privilegiate di autodistruzione. Stanley fu arrestato varie volte (la prima e più famosa alla fine del ’67) e riuscì ad evitare brutti guai solo grazie alle sue rilevanti protezioni politiche. E’ morto nel 2011 in un incidente automobilistico avvenuto in Australia. Chissà per quanto tempo dai suoi archivi usciranno fotografie dei bei tempi che furono del rock, come questo ultimo Live At The Carousel Ballroom.

L’immortalità, a volte, è questione di “chimica”.

  Lorenzo Allori