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IL DIARIO DI UNA CAMERIERA

(Le journal d'une femme de chambre)

di Luis Bunuel (Francia/Italia, 1964, B/N)
con Jeanne Moreau, Michel Piccoli



In una Francia degli anni '20, agricola e paesana, arriva Celestina (Jeanne Moreau), provetta cameriera ai servigi di una famiglia molto borghese e snob, dove esistono ruoli ben definiti che la giovane cameriera scoprirà pian piano.

 L'inizio della storia è la carrellata dei grotteschi personaggi della vicenda, e tutti danno la loro particolarità esteriore, ma le frasi che pronunciano non sono per niente casuali, e ciò lo scopriamo solo col proseguo della trama, incalzante, è proprio il caso di dirlo, per sfumature che divengono sempre più esplicite, finché non si capisce che la nuova cameriera è alle dipendenze e al centro delle attenzioni turpi di una famiglia autenticamente perversa. 
Famiglia in cui troviamo un'acida padrona di casa che accondiscende ai tradimenti del marito (Michel Piccoli), se solo non comportano danno economico, e poi l'anziano padre, vittima della propria mania feticista troppo morbosa, e ancora un giardiniere che è attratto da una bambina e vicini di casa ammiccanti.

 

 

In mezzo a tutto ciò Celestina non sembra affatto a disagio, e scopriamo così che la protagonista è sottilmente cattiva o semplicemente arrivista.
Bunuel è maestro del "non detto", fa capire senza mostrare o mostra senza far capire, a suo piacimento e con un gusto sfrenato per un'autentica rassegna di debolezze umane che, cogliendo l'anima più nascosta dello spettatore, lo rendono complice, e quindi trasforma i vizi in virtù, rifugiandosi nelle proprie ossessioni e illusioni come faceva Ugo Foscolo nei suoi scritti, per tener lontana una realtà dai tratti spesso ostili.

Linguaggi e montaggio della pellicola sono da manuale, la protagonista si muove e dialoga alla maniera emancipata, antesignana di un'epoca ancora lontana in quel momento storico, in questo si evince l'amore per Bunuel al genere femminile per la sua forza, in questo film infatti le donne sono tutte forti e determinate, gli uomini sono i deboli e spesso i rozzi.
Risvolti che fanno riflettere per una pellicola che ha svelato prima di altre alcuni tabù ai giorni nostri ancora difficili da rompere, e argomenti sordidi, e ne è testimonianza un superfluo divieto ai minori di 18 anni che compare sull'edizione dvd.

Daniele Nuti