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IL PADRINO

di Francis Ford Coppola (USA, 1972)
con Marlon Brando, Al Pacino, Robert Duvall, James
Caan, Sterling Hayden

Nell'immaginario collettivo di cinefili e non, è stampigliata indelebile l'espressione di Marlon Brando, taciturno, vestito di tutto punto, che ascolta le richieste degli "amici" mentre tiene in braccio un gatto tenebroso quanto lo è il suo volto. Questo è l'inizio di una pellicola che ha tracciato per sempre la strada a ciò che è venuto dopo, attingendo dagli insegnamenti dei grandi maestri del passato Coppola delinea una trama intensa e perfetta in ogni dettaglio, ispirata dal best seller di Mario Puzo.
Nel giorno del compleanno di sua figlia, il Padrino Don Vito Corleone (Marlon Brando) chiama a raccolta i più fidi affiliati alla "famiglia"
e li grazia esaudendo una richiesta ciascuno, sono gli anni '40,
in un'America dove i gangster
sono ancora i principali fautori
della cronaca quotidiana,
dove le varie famiglie che
dominano le attività criminali  finiranno per disintegrarsi
in una lotta che vede al centro
la famiglia Corleone.
 

Don Vito ha i propri figli che partecipano alla vita della famiglia, oltre alla novella sposa Conie, c'è Santino, detto Sonny (James Caan), che è il più irascibile, c'è Fredo, che è svampito e un po' escluso dal giro, c'è poi Michael (Al Pacino), reduce di guerra, il figlio perfetto nonché pupillo del padre, ma che niente vuole aver a che vedere con le sue attività. Oltre ai figli c'è il suo consigliere (Duvall) che lui considera come suo figlio e al quale riserva cieca fiducia.

Ma il giorno in cui il padre subirà un attentato, per fortuna non mortale, lui sarà l'unico che riuscirà prima a difenderlo e poi a vendicarsi, in mezzo a tutto ciò vivrà una travagliata storia d'amore che si piegherà per sempre al destino di essere in secondo piano rispetto alla vita di Michael, che col tempo diverrà il nuovo Padrino.

Nel suo esilio in Sicilia, Michael trova le sue radici, oltre che l'amore della splendida Apollonia, ennesima vittima però di un destino avverso.
Difficile descrivere una pellicola così fondamentale, Coppola gioca sulle alternanze dei sentimenti per la famiglia e l'unione matrimoniale alternata ai metodi drastici e violenti di un malaffare che però ha ancora precise regole etiche, che saranno proprio la difficoltà più grande, perché altre famiglie, senza scrupoli, vogliono mettere le mani su traffici che si discostano de ciò che è sempre stato; i Corleone sono stati in passato i più grandi, controllando smercio di alcool durante il proibizionismo, piuttosto che il gioco d'azzardo, ma i tempi cambiano, e con essi cambieranno le persone, in un caleidoscopio di ammazzamenti e conti da regolare, in cui Michael Corleone trasformerà la propria esistenza come debito eterno ai suoi avi.
Magistrale resta la scena portante di questo cambiamento, dove diverrà adulto perché ucciderà a sangue freddo, tra il cuore che batte e il frastuono di una periferia oscura.

Musiche del M° Nino Rota, film vincitore di tre premi Oscar, tra cui Miglior Film 1972 e Miglior attore per Marlon Brando, che nel suo ruolo in questa pellicola è stato votato come la miglior caratterizzazione cinematografica di tutti i tempi.

Daniele Nuti