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INTO THE WILD

(Into The Wild)

REGIA: Sean Penn
CAST: Emile Hirsch, Vince Vaughn, Kristen Stewart, Jena Malone, William Hurt, Catherine Keener, Marcia Gay Harden, Hal Holbrook
ANNO: 2007
NAZIONE: USA
DURATA: 140'

Mi succede spesso, quando vedo un film che mi è piaciuto o che comunque mi ha colpito in qualche modo, di uscire dal cinema completamente spompato ed esausto.

 
È successo anche con questo film. Uno di quelli che quando li vedi senti nell'aria che si tratta di qualcosa di diverso e sentito.

Infatti il buon Sean Penn (qui alla sua ottima quarta prova da regista, e tra le altre vi segnalo La Promessa) ha faticato per molti anni per portare sullo schermo la storia vera (di cui ha anche scritto la sceneggiatura) di Christopher McCandless, ragazzo americano di buona famiglia che, dopo il diploma, decide di fare un viaggio solitario nelle terre selvagge dell'America, fino a raggiungere l'Alaska, liberandosi praticamente di tutto il superfluo (soldi, famiglia, amicizie, carriera, leggi...) e godendosi la natura in tutte le sue forme positive e negative. Una specie di San Francesco all'americana dei nostri tempi.


 
ll suo viaggio può avere molte chiavi di lettura: viaggio di crescita personale (dato che il film è diviso in capitoli che coincidono con alcune tappe fondamentali del vivere umano), viaggio di purificazione spirituale da tutto ciò che ci ha corrotto, viaggio di scoperta della verità (che si trova solo in ciò che si vede e si tocca con mano) viaggio di ritorno alle origine dell'uomo che ha come unico scopo vivere e sopravvivere in una natura ostile ma bellissima e vera. Comunque la vogliate prendere, è difficile non simpatizzare almeno in parte con le scelte, forse discutibili ma senz'altro sentite e non condizionate, del protagonista.

Infatti ne apprezziamo la sincerità, la tenacia (perfino nei momenti in cui magari la sua convinzione vacilla) e il coraggio, non tanto quello necessario per affrontare da solo inevitabili pericoli, ma di un altro tipo: quello di voler fare realmente ciò che vuole della sua vita.

Nei non facili panni di Christopher, troviamo il giovane Emile Hirsch, in una prova (non me lo aspettavo) egregia e convincente. Bravi tutti gli altri, ma una menzione speciale va al vecchio malinconico interpretato da Hal Holbrook. Ovvia menzione speciale al regista, che mostra la storia con un piglio e uno stile da cinema classico, crepuscolare, molto essenziale e diretto, con uso smodato di primi piani e panoramiche che penetrano nell'anima dei personaggi e di chi li osserva. Inutile dire qualcosa sui paesaggi mostrati, che basta vederli per rimanerne ipnotizzati.

Colonna sonora del leader dei Pearl Jam, ma i riferimenti musicali sono molti (il ‘magic bus ' dove il protagonista vive, il fatto di cambiare il suo nome e avere Supertramp come cognome...).

Un film non facile da vedere, in quanto molto lento nel suo sviluppo e forse anche troppo lungo. Ma il suo significato verrà riassunto in un'unica scena di pochi secondi alla fine del film.

Sono certo che non vi deluderà.

Mirko Ciardi

per commenti: mirko.metal@yahoo.it