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L'UOMO DELL'ANNO

(Man of the Year)
REGIA : Barry Levinson
CAST : Robin Williams, Christopher Walken, Laura Linney, Lewis Black
ANNO : 2006
NAZIONE : USA




Il comico Tom Dobbs, in seguito ad un errore del programma di votazione alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, viene eletto presidente. Niente di nuovo sotto il sole: Ronald Reagan era poco più che un attore da strapazzo, Bill Clinton è stato sottoposto ad impeachment per una storia da bar, George W. Bush ha rischiato di morire strozzato da una nocciolina guardando il "Superbowl" e Richard Nixon era sinceramente convinto di essere una brava persona. Dunque, cosa poteva riservare l'ennesimo film sulla vita del presidente designato? Nelle intenzioni del regista Barry Levinson, probabilmente, una visuale diversa e dissacrante del potere, uno sguardo cinico sulla politica dei colletti bianchi, sulla corruzione.

In realtà "L'uomo dell'anno" non fornisce niente di tutto ciò, annoia lo spettatore con una banalità dietro l'altra; "i politici sono tutti brutti e cattivi" tuona la sceneggiatura senza un pizzico di ironia, "grazie per la delucidazione" verrebbe da rispondere. Robin Williams che nella sua lunga carriera non ha mai abbandonato quell'aria da buonista che lo accompagna, semper fidelis , un film dietro l'altro è invecchiato senza maturare; irrita la sola idea di vederlo recitare. Il resto del cast è di buon livello, emergono per bravura Laura Linney ("Mystic river") e l'eclettico Christopher Walken che, anche in una pellicola di serie b come questa, riesce a illuminare con sprazzi di autentico mestiere.

La sceneggiatura che dovrebbe essere il punto forte della pellicola è piatta, lancia frecciatine "politically correct", guai ad esagerare, al Papa ed al mondo della politica, stando sempre attenta a non urtare i sentimenti di nessuno. La colonna sonora composta da pezzi di Bob Dylan, Michael Bolton, dei Dandy Warhols è scollegata dal film e, sebbene alcuni pezzi siano veramente belli, non trovano giustificazione nell'insieme.

Sarebbe ingeneroso aggiungere che il doppiaggio non è impeccabile, potrebbe, in un paese con la nostra tradizione, sembrare una forzatura ma il dovere di cronaca lo impone. Infine, il personaggio principale del film ricorda spesso che i politici spendono tantissimi soldi per le campagne elettorali inutilmente. Credo che sarebbe opportuno far presente a Barry Levinson che non sono solo loro a sperperare il denaro.

L'inviato Morellik