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SUNSHINE

Regia: Danny Boyle
Cast: Cillian Murphy, Chris Evans, Rose Byrne, Michelle Yeoh, Hiroyuki Sanada, Cliff Curtis, Benedict Wong, Mark Strong
Nazione: Gran Bretagna
Anno: 2007
Durata: 117 minuti





Danny Boyle, irrequieto regista inglese, approda, dopo avere realizzato pellicole di vario genere a un film di fantascienza classica: il viaggio nello spazio.
Il regista ha dichiarato che quando decise di realizzare Sunshine era spaventato da film del calibro di "Solaris"e "2001 Odissea nello spazio" come se non fosse possibile evitare di esserne sopraffatto, come se i temi propri dell'argomento fossero già stati sviscerati interamente.
Boyle ha vinto la paura dando al film un taglio personale e moderno, scegliendo come soggetto principale della storia il sole, che, nel film, è onnipresente ed onnipotente, spaventa e affascina a tal punto da far smarrire il lume della ragione.
La trama rispetta il più classico dei cliché : un team di otto astronauti a bordo della nave spaziale "Icarus II", intraprende una missione che ha lo scopo di salvare il mondo;
nel 2057, infatti, il sole si sta spengendo e l'unica possibilità di salvezza per l'umanità consiste nella bomba trasportata dalla nave che, con una detonazione in profondità, potrebbe riaccenderlo.


Gli attori che compongono il cast hanno tutti nazionalità diverse e una buona professionalità ma, il solo Cillian Murphy ("28 giorni dopo", "Il vento che accarezzava l'erba") che interpreta il fisico che ha progettato la bomba, sembra essere in grado di emozionare lo spettatore.

Il personaggio da lui interpretato si chiama Capa, non solo per rendere omaggio al genio del grande fotografo tedesco ma soprattutto per sottolineare che, la fotografia, curata da Alwin H. Kuchler, è l'elemento più importante di Sunshine.

 

 
 
I momenti più intensi del film sono legati alla luce solare che, a tratti, avvolge completamente lo schermo e porta lo spettatore al punto di distogliere lo sguardo anche se poi qualcosa lo trattiene; Kuchler, padrone del mestiere, conosce il potere attrattivo della luce e lo utilizza sapientemente. Al contrario, il punto debole del film risiede nella sceneggiatura del romanziere Alex Garland, ("The Beach" e "28 giorni dopo"), che non regge il ritmo del film, arranca nel seguire le immagini sminuendo, spesso, la poeticità dell'immagine.
La regia di Danny Boyle è giovane e schizofrenica senza essere per questo superficiale, il regista cerca, e spesso trova, soluzioni interessanti che risultano efficaci sia negli spazi claustrofobici all'interno dell'astronave sia in quelli infiniti dello spazio.
Inspiegabilmente il film termina con un quarto d'ora di sanguinari quanto improbabili inseguimenti e uccisioni che mal si collegano al resto del film, Boyle sembra quasi aver avuto paura di annoiare o di non saper come portare a termine la pellicola.
I greci insegnano che i figli dei grandi uomini non sono mai all'altezza dei genitori, il Danny Boyle di oggi, in un certo senso, è figlio di Trainspotting.


L'inviato Morellik