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LOW ANTHEM Live in Dublin

 

Low Anthem @ Vicar Street

16 Aprile 2011 - Dublin IE

 

Non so se recensendo un concerto si possa riassumerlo nell'esclamazione “Wow!” ma così a mente fredda continua a essere l'unica parola ricorrente ripensando al concerto dei Low Anthem.

Quindi: “Wow, che bel posto Vicar Street!”, “Wow, gente di tutte le età!”, “Wow, quanta birra!”, ma soprattutto “Wow quanto sono cresciuti i Low Anthem da Oh My God, Charlie Darwin”! In realtà loro non sembrano cambiati molto, sempre silenziosi, schivi, troppo impegnati negli innumerevoli cambi di strumenti, per perdersi in sorrisi e smancerie, danno al pubblico quello che vuole, ossia la loro musica, e credetemi, basta e avanza!

C'è tutta la magia e l'intimità del blues, la forza del folk, l'impegno di Jocie Adams, Ben Knox Miller, Jeff Prystowsky e Mat Davidson, e tantissimi strumenti a cui si alternano di volta in volta questi giovani e valenti musicisti.

 
 

L'apertura è con l'esecuzione quasi a cappella di Ghost Woman Blues, nella classica formazione del gruppo, ossia tutti raccolti intorno a un microfono con Knox Miller alla chitarra, come se il pubblico in raltà non esistesse, per poi passare alla solennità di Love and Altar. La tracklist del concerto comprende ovviamente tutti i pezzi del nuovo album Smart Flash (Nonesuch/Bella Union 2011) mescoltate con molti dei pezzi del precedente lavoro (tra cui The Ghost Who Write History Books, To Ohio, Ticket Taker e Cage The Songbird), così da creare un impasto di suoni assolutamente atemporale e lasciare tutti i presenti col fiato sospeso in attesa di una nota, un suono e una parola, tutti pronti a scoppiare però in applausi entusiastici alla fine di ogni pezzo. Un'atmosfera rarefatta, ammantata di malinconia, che esplode nella forza di brani come Hey, All You Hippies e Boeing 747, o si perde nel sussurro di Burn e Smart Flash.

E dopo tutto l'apparente distacco del concerto, eccoli alla fine spuntare nella hall del locale, bottiglia di vino in mano, e sorriso soddisfatto stampato in faccia a salutare fans e amici e a firmare gli autografi di rito. Insomma, che voi li ascoltiate in un pub, in una chiesa o in un locale alla moda, non importa, questi quattro ragazzi sanno trasportarvi nel loro mondo fatto di musica, sensazioni senza tempo e parole.

 FrancescaFerrari