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Sara Lov e Thony @ Il Covo, Bologna, 15 gennaio 2010

Si sa, le sorprese sono il sale della vita.
Nel sito del Covo Club non era stata segnalata nessuna spalla che aprisse il concerto di Sara Lov. Pertanto quando sul palco è salita una ragazza bruna, decisamente carina, con una leziosa coroncina in testa, con uno sguardo fiero da attrice consumata; il pubblico in sala, proprio in virtù dell'effetto sorpresa, non ha potuto non rivolgere uno sguardo curioso a questa creatura. Ma l'attenzione che Thony si è guadagnata nella mezz'ora del suo set è tutto merito di una voce potente e duttile, di cui sicuramente si sentirà parlare. E non solo in Italia.

 Con un inglese finalmente perfetto (aspetto non scontato per molti artisti italiani) Thony ha presentato i brani che faranno parte del disco d'esordio che sta ultimando di registrare. Ma è la capacità espressiva della sua voce a regalarci cambi di registro ad ogni brano. E' riuscita ad essere morbida e sensuale come Feist, energica come Joan as Police Woman, acuta e ipnotica come My Brightest Diamond.



Ma senza perdere un grammo di personalità, grazie anche un timbro vocale molto personale e ammaliante Ma è anche il suo fascino enigmatico e la curiosità di sapere. qualcosa in più su di lei, a renderla il personaggio della serata. A seguire sul palco è arrivata Sara Lov, accompagnata dal tastierista Scott Mercado e, per l'occasione, da un violinista italiano. La cantante dopo aver militato nei Devics, si è concessa una pausa solista e proprio da Bologna parte il suo tour italiano (Napoli, Latina, Ravenna, Treviso, Milano, Roma, Forlì) per presentare il disco "Seasoned Eyes Were Beaming", uscito alla fine del 2009. La sua voce è perfetta per la fredda serata invernale bolognese: morbida, sognante, avvolgente. Un concerto intimo, interlocutorio.
Canzoni forse un po' prevedibili nel filone di un certo cantautorato americano ma, proprio per la manifesta ricerca di semplicità, decisamente gradevoli. Arrangiamenti semplici, scarni, con l'assenza della batteria che in alcuni pezzi viene sostituita dalle mani del tastierista che battono il dorso della tastiera stessa. E lo stile di Sara Lov lo si coglie con più chiarezza nelle due cover che ci regala durante il concerto. "My body is a cage", degli Arcade Fire viene spogliata dal delirio di organi che si sovrappongono della versione originale per essere addolcita con tastiere e violini, sostituendone l'atmosfera cupa con un etereo intimismo.
Oppure "Old Friends" di Simon & Garfunkel che solo con un sapiente uso della voce Sara riesce a rendere più sognante, più sospesa, più intimamente femminile. Nella parte finale del concerto, del tutto a proprio agio con il non numerosissimo (ma molto partecipe) pubblico, Sara Lov duetta con il tastierista per un pezzo melodico-country "Animals" che è il modo migliore per ricordare questa serata: fatta di dolci ballate sia nelle musiche come nella scrittura.
Una serata senza la volontà di sorprendere o di atteggiarsi a pop star. E infatti dopo lo show sarà la stessa Sara Lov ad occuparsi della vendita dei cd e dei gadget. E quando ho chiesto al tastierista di autografarmi il cd del suo progetto solista (Manuok - "No end to limitations") mi ha scritto una dedica che riassume lo stile e la cifra di questi artisti: "To Matthew, you have no idea what this means to me, Scott".
  Matteo Lion