Anno di pubblicazione: 2017 Provenienza: Brasile Genere: tropicalismo, fusion, elettronica, noise rock Voto: ***1/2 Brano migliore: Vao Queimar Ou Botando Pra Dancar
Commento: Arto Lindsay torna a realizzare un album mediamente accessibile, sicuramente il più ascoltabile fin dai tempi del mitico Mundo Civilizado (1996), un disco che gli permise di reinventarsi una seconda giovinezza e di accreditarsi come protagonista presso una nuova generazione di appassionati di musica sperimentale. Molti infatti non conoscevano i DNA e non avevano avuto modo di apprezzare il suo lavoro chitarristico / terroristico per band leggendarie della scena newyorkese quali Lounge Lizards e Golden Palominos. In ogni caso Lindsay rimane un musicista brasiliano di talento e quindi, quando (bontà sua) decide di suonare una qualche forma di bossanova, lo fa con una naturalezza invidiabile. Nell'espressione "qualche forma" ovviamente trovano asilo progressioni elettroniche, ritmi sghembi e rumorismi assortiti, ma questa volta le canzoni sono appunto piacevoli come nel caso di quel Mundo Civilizado lì. Da far ascoltare comunque a chi crede che gli Afterhours di oggi facciano musica strana solo perché alternano dissonanze e melodia in una stessa canzone.
Assomiglia a: al David Byrne di Rei Momo, solo un po' più spigoloso. Dove ascoltarlo: ancora una volta in qualche locale caro all'avanguardia newyorkese. |