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DAL FONDO - LA POESIA DEI MARGINALI - AA.VV

Pazzi e carcerati, donne e bambini: Avagliano ristampa un'antologia che ancora oggi fa riflettere
VERSI DI RABBIA
Torna la poesia degli esclusi

di David Fiesoli

Quando uscì nel 1978 per un editore di sinistra, questo libro fu uno shock per la 'cultura alta': per la prima volta venivano raccolte poesie di emarginati, tossici, pazzi, prostitute, carcerati. Alcune anonime.

 E riproporre oggi questa splendida antologia (curata da Carlo Bordini e Antonio Veneziani) è forse più importante di allora. Oggi la 'cultura alta' è ancor più arroccata e clientelare, distante dal mondo reale e incapace di raccontarlo. Oggi il mondo reale si è confuso sempre più con quello virtuale, con cui l'alta cultura spesso va a nozze; e la 'cultura bassa', d'altronde, è come scomparsa, vittima di quella sindrome da tubo catodico che schiaffa in tv i suoi peggiori esponenti, famosi e non.

Risultato: oggi gli emarginati sono ancora più emarginati, perchè anche chi conduce una vita ai limiti del miserevole ha l'illusione di non essere tra gli esclusi, principalmente perchè prevalgono i bisogni indotti, nella costruzione di un'identità falsa, che è quella di consumatore e non più di cittadino; e siccome i beni futili sono oggi alla portata di molti se non di quasi tutti (anche i più miseri spesso hanno in casa la tv al plasma) come consumatore non sei mai emarginato, anzi, ma come cittadino sì, eccome, e non ne te accorgi nemmeno.

Eppure anche oggi, e più di allora, quella "rabbia sentimentale" che esplode nei versi raccolti in questa antologia potrebbe trovare una nuova via di espressione, se non fosse anestetizzata dall'inganno globale che induce al disimpegno. Le poesie degli ultimi sono spesso molto più belle dei versi dei poeti arroccati nella loro torre d'avorio. Quei rari poeti che invece sanno dialogare con la realtà, hanno oltre alla pulizia formale anche quella pulizia morale che li erge non a giudici, ma a osservatori e interpreti, quando non costruttori, di una visione critica del mondo. Quella visione critica che spesso emerge dalle poesie degli ultimi qui raccolte.

Un drogato che fotografa con durezza la propria condizione: "La morte è un ricordo/che giocavo da piccolo/Poi ho deciso/Ho cambiato padrone/Volevo invecchiare/Ma l'attesa mi divora la vista".

E a fotografare la realtà non sono solo drogati, carcerati e prostituti, ma anche militanti delusi, donne, gay. E bambini, con voce priva di sovrastrutture: "Casa mia/è tra tanti palazzi/solo un triangolo d'azzurro/Un cane dal cortile/chiama/non so se rispondere".

AA.VV.
"Dal fondo. La poesia dei marginali"
Avagliano, pp.183
euro 13