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I PADRONI DELLA CITTA' - Curzio Maltese

Da Firenze ad Ancona, da Milano a Reggio Calabria,
la Penisola in lungo e in largo

SERVI E PADRONI
Curzio Maltese in giro per l'Italia tra sindaci e cittadini

di David Fiesoli


Ma davvero le nostre città sono insicure, violente, piene di immigrati cattivissimi? O è un allarme ingiustificato pompato dai media e strumentalizzato dai politici? Un giornalista come Curzio Maltese in giro per le città d'Italia c'è andato, per vedere come ci si vive, e soprattutto come i sindaci le trattano. E, sorpresa: le nostre città non sono un coacervo di volenza, ma di provincialismo.

  Con l'elezione diretta del sindaco ma soprattutto con l'invocazione continua di più poteri ai sindaci, si è aperta una stagione politica in cui gli amministratori delle città sono sempre più sotto i riflettori: dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici con la sua proposta choc contro i lavavetri, fino al sindaco di Treviso, il leghista Gentilini, con le sue discutibili prese di posisione contro gli immigrati, passando per Sergio Cofferati, sindaco di Bologna, che ha inaugurato la stagione dei cosiddetti sindaci-sceriffo.

Curzio Maltese ha utilizzato, rielaborato e ampliato il materiale dei reportage realizzati per "la Repubblica", trasformando una "inchiesta" sulle città italiane in uno straordinario documento che riconduce il lettore alle radici di un malessere non soltanto politico o civile (forse più facile da riconoscere), che ha a che fare con l'amministrazione dei luoghi in cui vive: le città.

Facciamo qualche esempio. Curzio Maltese smaschera Firenze tratteggiandola esattamente per quel che è: ricca di soldi, fascino e cultura ma immobile, preda di poteri diversi e ostaggio di diverse fazioni socio-politiche, una città in cui un progetto prima di realizzarsi diventa già vecchio. Maltese non traccia solo i ritratti delle grandi città come Roma o Milano (di cui registra il passaggio dalla città operaia e borghese a una città ricca, opulenta ma senza identità) ma anche di Rimini al centro di una vera e propria deriva etnica (i ricchi russi ma anche l'immigrazione slava povera o poverissima), di Taranto al centro di uno dei più significativi episodi di catastrofe amministrativa (una donna sindaco che nel progetto di Berlusconi avrebbe dovuto guidare la rinascita e che invece ha finito per determinare la bancarotta del danaro pubblico), di Reggio Calabria cenerentola dimenticata. E mentre il giornalista getta la spugna solo per quanto riguarda Napoli ("non riesco a scriverne"), le sue pagine in fondo più clementi sono dedicate a Perugia, esempio d'integrazione multirazziale, e ad Ancona, la città che si è fatta da sola.

Curzio Maltese insegue immagini che schizza con rigore e pertinenza, al di là dei cliché e del giornalismo passivo. Insegue personaggi, li tallona, li fa parlare sia quando vogliono, sia quando si oppongono. E nell'insieme, il reportage diventa una testimonianza presa dal vivo, per capire chi sono i padroni e come sono modellati i servi.

CURZIO MALTESE
"I padroni delle città"
Feltrinelli, pp.192
euro 14