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LETTERE AI POLITICI - AA:VV:

Scrittori e giornalisti danno voce a una generazione amareggiata
PIENI DI RABBIA
Ventiquattro lettere ai politici

di David Fiesoli

Antipolitica? No, dissenso. Che mostra, se ce ne fosse ancora bisogno, quale abisso si allarga tra potere politico e società. Brutto segno, trovare nelle parole di ventiquattro giovani autori tanta stanchezza, disillusione, amarezza e acredine nei confronti dei politici (di destra e di sinistra, italiani e non), a cui indirizzano lettere che non si possono buttare in quel calderone dell'antipolitica in cui i nostri governanti gettano ogni forma di dissenso non organizzata.

Questi ventiquattro autori, tra in quali anche Emma Dante, Cesare Cremonini, Maria Serena Palieri e Simona Baldanzi, ci vanno giù durissimi. Non tutti con la stessa efficacia: meglio le lettere ai politici di casa nostra, non perchè sia meno stomachevole il tanfo del male nel mondo, ma perchè il sapore acre del mal di vivere italiano, condito da fatti indigeribili, è ancora da raccontare. Avremmo voluto più lettere a Prodi e Veltroni che a Pol Pot e a Kim Il Sung, ma assaggiamolo, quel sapore acre.
 

Viola Rispoli scrive a Bassolino: "Lei ha tradito. A Napoli non è cambiato niente. Ha continuato a governare il suo regno di clienti e favori, viaggi e inaugurazioni. Ha ricoperto l'incarico di commissario straordinario per l'emergenza rifiuti per dieci anni. Mi spieghi la spazzatura".

Sergio Nazzaro a Napolitano: "Devo ammettere che ha avuto il coraggio civile di pubblicare le cifre della gestione del Quirinale: 235 milioni di euri. Per un paio di migliaia di persone? Ma non le sembra troppo? Lei era anche comunista. Non si agita sulla sedia a leggere queste cifre?".

Giorgio Falco a Formigoni: "chieda perdono a Dio per aver aumentato le tariffe ferroviarie e degli autobus, a scapito dei lombardi più poveri.

Alberico Giostra a Mastella: "Credo che il suo modo di fare politica più che un rimedio ai mali del Sud ne sia una conseguenza: piuttosto che offrire un aiuto a chi soffre di ataviche storture, Lei se ne approfitta", e giù fatti, per ottanta pagine, un romanzo breve sul malgoverno del ministro della Giustizia.

Per finire, la lettera di Cesare Cremonini a tutti i politici italiani: "Mortali come siete, lontani dall'anima del mondo, non verrà certo a mancarvi la forza di sorridere quando appassirete tra i vermi della terra, ma state certi non manca molto, e se potrò sarò lì al fianco della vostra bara, per assicurarmi che non torniate più".

AA.VV.
"Lettere ai politici"
Fazi, pp.300,
euro 16