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Gianni Maroccolo & Claudio Rocchi – VDB23 / Nulla è andato perso

Anno di pubblicazione: 2015 (in origine 2013)

Provenienza: Italia

Genere: new wave, elettronica, psichedelia

Voto: *****

Brano migliore: Nulla è andato perso


Commento: cosa gli vuoi dire a chi tira fuori un disco così? VDB23 è un progetto disponibile soltanto oggi in cd, uscito nel 2013 con il metodo del "crowfunding". Si spera che sia il primo tassello verso una riscoperta della difficile opera di Claudio Rocchi (visto che per artisti come lui è il destino che pilota le rare fortune commerciali sempre dopo il decesso). Maroccolo e Rocchi hanno realizzato un album lunghissimo (quasi 80 minuti), in cui si toccano in modo intelligente tutti i grandi temi della vita, ma in particolare si va consapevolmente alla ricerca di un luminoso tempo perduto. Il brano VBD23 per esempio, ed è lo stesso Maroccolo a dircelo nelle note di copertina, è un sentito omaggio alla new wave americana (in particolare Tuxedomoon), con qualche sferzata industrial. LD7M (les dernierès sept minutes de mon pere) e Nulla è andato perso traboccano di commosso lirismo. In Tutti gli uomini e tutte le donne si rincorre un ipotetico passato hardcore punk, tant'è vero che la canzone sembra uscita dal canzoniere di Pierpaolo Capovilla. La melodie de Terrence è un omaggio allo sperimentatore giapponese Takeo Watanabe impreziosito da un assolo di chitarra di Ghigo Renzulli. Il vero caso del disco sono però i venti minuti di Rinascere Hugs Suite, la quale riesce miracolosamente a mettere insieme la poetica di Rocchi con quella di Franco Battiato, Cristina Donà, Emidio Clementi, Cristiano Godano e Piero Pelù (e tutti rimangono comunque perfettamente riconoscibili). Gianni Maroccolo ha sempre definito questo album uno dei picchi della propria imponente carriera discografia. C'ha proprio ragione.


Assomiglia a: agli anni '70 che incontrano per strada gli anni '80 ed insieme vanno ad ascoltare un concerto rock a casa degli anni '90.

Dove ascoltarlo: vagando senza meta tra le colline del Chianti fiorentino.

 Lorenzo Allori