Anno di pubblicazione: 2014 Provenienza: U.S.A. Genere: jazz, funk, fusion Voto: *** Brano migliore: The Dreamer
Commento: l'ormai famosissimo pianista jazz Brad Mehldau abbandona le collaudate atmosfere del suo pianismo colto per collaborare con il batterista e percussionista Mark Guiliana. Questo si annuncia come il progetto di Mehldau forse più rivolto in assoluto alla sperimentazione. Il pianista abbandona il suo adorato strumento a coda, per dedicarsi anima e corpo al pianoforte elettrico, ai sintetizzatori analogici e ad altre diavolerie elettroniche. Ne viene fuori un disco che si rivolge al funk quanto al jazz, ripercorrendo certe pagine fusion della prima metà degli anni '70. Se questa è sperimentazione, ridateci alla svelta i serrati dialoghi che un tempo il giovanissimo Mehldau conduceva con il sassofono del veterano Lee Konitz. Quello lì certamente un viaggio verso l'ignoto, questo semmai una divertente ricapitolazione del tempo che fu (ma che forse farebbe anche bene a non ritornare con questa frequenza). Assomiglia a: agli Headhunters di Herbie Hancock. Dove ascoltarlo: in un affollato supermercato, con le cassiere che cercano invano di battere i tasti a tempo con l'inafferrabile batteria di Guiliana. |