Anno di pubblicazione: 2015 Nazione: U.S.A. Genere: Jazz Giudizio: **** Brani: Lament / Imaginary Cities (part I - IV) / Firefly / Shadow Self / Sky Brano migliore: Shadow Self Musicisti: Chris Potter (sax tenore, sax soprano, clarinetto basso) / Adam Rogers (chitarra) / Craig Taborn (pianoforte) / Steve Nelson (vibrafono, marimba) / Fima Ephron (basso elettrico) / Scott Colley (contrabbasso) / Nate Smith (batteria) / Mark Feldman (violino) / Joyce Hammann (violino) / Lois Martin (viola) / David Eggar (violoncello) Da anni Chris Potter è forse il più importante stilista del sax contemporaneo. Questo suo nuovo progetto su etichetta ECM è decisamente dal profilo massimalista. La Underground Orchestra infatti non è la classica big band jazz, ma un ensemble con molti punti di contatto con una vera orchestra classica (con tanto di piccola sezione archi). Ne viene fuori un disco affascinante e per niente scontato, in cui il jazz ed i momenti improvvisati si fondono piacevolmente con musica più strutturata ed arrangiamenti scritti. A ben vedere si tratta proprio dell'esatta trasposizione su disco della filosofia di Manfred Eicher e della sua etichetta. L'unico problema potrebbe essere il gradimento di chi segue Potter da anni su territori più consueti e maggiormente legati all'estetica hard bop. |