On Air Stiamo trasmettendo:
Zona Rock con Sergio Marzè

Parola di DJ

newsletter
Vuoi essere informato su tutte le novità di Radiogas?
Iscriviti alla nostra newsletter
Scrivi la tua email



Gregory Porter – Take Me To The Alley

Anno di pubblicazione: 2016

Nazione: U.S.A.

Genere: Jazz, Soul

Giudizio: ***1/2


Brani: Holding On / Don't Lose Your Steam / Take Me To The Alley / Daydream / Consequence Of Love / In Fashion / More Than A Woman / In Heaven / Insanity / Don't Be A Fool / Fan The Flames / French African Queen

 

Brano migliore: Don't Lose Your Steam

 

Musicisti: Gregory Porter (voce), Alicia Olatuja (voce), Chip Crawford (pianoforte), Aaron James (contrabbasso), Emanuel Harrold (batteria), Keyon Harrold (tromba), Yosuke Sato (sax contralto), Tivon Pennicott (sax tenore), Ondrej Pivec (organo)

 

 

Situata esattamente al crocevia tra jazz e soul, la musica di Gregory Porter è di un'eleganza difficile da eguagliare al giorno oggi. Dotato di una voce che unisce in modo naturale il timbro baritonale di un Johnny Hartman, con la carezzevolezza di un al Green, Gregory Porter è più che altro famoso perché appare in pubblico soltanto con un curioso copricapo da marinaio (o meglio, si potrebbe dire da homeless). L'album esce per il prestigioso marchio della Blue Note e sembra alluda al repertorio musicale del cosiddetto Tin Pan Alley (letteralmente il viale della padella di latta), cioè il luogo dove sono stati composti quasi tutti gli standard jazz durante gli anni '20 e '30. In questa scaletta ci sono canzoni che sembrano standard, ma sono state invece scritte interamente da Porter. Si tratta di musica da luci soffuse ed emozioni raffinate, ma ovviamente i momenti migliori si hanno quando gli strumenti hanno un'importanza paritetica rispetto alla voce del leader (Don't Lose Your Steam, Fan The Flames, French African Queen), anche se spesso utilizzati con uno stile di riff all'unisono derivante più dal rhythm n'blues che dal jazz. E' possibile che la portata di Gregory Porter sia sopravvalutata, soprattutto se paragonata ai grandi nomi dei bei tempi che furono. Resta il fatto che rimane uno dei migliori cantautori ed interpreti jazz della sua generazione e che il suo successo è destinato a crescere in modo imprevisto.

 Lorenzo Allori