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Steve Lehman Octet – Mise En Abime

Anno di pubblicazione: 2014

Genere: jazz

Brani: Segregated And Sequential / Thirteen Colors / Glass Enclosure Transcription / Codes: Brice Wassy / Autumn Interlude / Beyond All Limits / Chimera - Luchini / Parisian Thoroughfare Transcription

Musicisti: Steve Lehman (sax contralto, effetti elettronici), Jonathan Finlayson (tromba), Mark Shim (sax tenore), Tim Allbright (trombone), Chris Dingman (vibrafono), José Davila (basso tuba), Drew Gress (basso elettrico), Tyshawn Sorey (batteria)

Provenienza: U.S.A. 

Voto: ***1/2

 

Da circa dieci anni il contraltista bianco Steve Lehman è uno degli elementi di spicco della sempre fiorente "scena jazz sperimentale" di New York. Il suo ottetto è un progetto nato intorno ai dialoghi tra gli strumenti a fiato ed il vibrafono, in modo da evidenziare sia la componente bandistica del jazz (gran numero di ottoni ed utilizzo della tuba), sia quella cameristica. Per dire la verità in Mise En Abime sembra prevalere nettamente la seconda, almeno all'inizio, con il bravissimo Chris Dingman a ripercorrere certe pagine che avevano reso celebre il Modern Jazz Quartet. Da un certo punto in poi però il fuoco del blues si accende ed allora se ne sentono davvero di tutti i colori. In un progetto come questo la cosa fondamentale è che i solisti non si suonino addosso. Bene, Lehman e soci si guardano bene dal farlo. L'album è sempre giocato sul filo dell'avanguardia, ma mantenendo una notevole piacevolezza di ascolto. E cosa dire del fraseggio del leader? Rimangono validi certi paragoni con il "selvaggio" Jackie McLean, rafforzati dal fatto che alcuni brani ricordano da vicino certe orchestrazioni mingusiani ed il grande Charlie fu in effetti il primo a credere nelle qualità di McLean.

 Lorenzo Allori