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The Jelly Factory – First Second

Anno di pubblicazione: 2014

Nazione: Italia

Genere: Jazz

Voto: ****

Brani: The Entrance / A Shorter Cut / 71 / So Happy / Old Shoes / Psycho Factor / Waz / Ella & Chet / Jelly House / Interlude / The Final Arbiter / Peace In May

Luca Gelli, chitarra / Leonardo Volo, tastiere / Francesco Cherubini, batteria / Matteo Giannetti, basso / Dario Crecchini, sax baritono e flauto

 

C'è qualcuno che entra in una stanza, alcuni strumenti ad arco si accordano dolcemente, ma dopo le prime battute ecco che si fa strada un energico neobop dai forti ed emozionanti richiami alla miglior fusion degli anni settanta. Strada che possiamo seguire ampia e maestra, per tutti i dodici brani che colorano questo disco della Jelly Factory del chitarrista Luca Gelli.

 

Dicevo della miglior fusion degli anni settanta, dei colori del funk, probabilmente portati in dote da Dario Cecchini, e di un buon Bop moderno, che arrivano qui a fondersi alla (quasi) perfezione. Ne esce così un suono energico e al contempo pervaso da una delicata ricerca di fini melodie. La vena poetica e maggiormente riflessiva si fa luce in Old Shoes, grazie al magico intreccio tra il basso di Matteo Giannetti e la forza del sax baritono di Dario Cecchini.  Mentre per un vecchio nostalgico del jazz tradizionale come me le emozioni migliori scaturiscono dall'ascolto gioioso di Ella & Chet.

 

Bello e fresco il fraseggio della chitarra di Luca Gelli, attenti con il loro supporto ritmico incessante Matteo Giannetti al basso e Francesco Cherubini alla batteria. Completano poi la Jelly Factory Stefano Scalzi, eccellente al trombone e Leonardo Volo alle tastiere. Tutti i brani sono composizioni originali (niente standard per fortuna). E tutti i brani sono piacevolmente ascoltabili ovunque, specie in quei momenti in cui la creatività prende il sopravvento e i pensieri scorrono più lievi del solito.

 

 Marco Milanesi