Commento: Bon Iver è il nome dietro al quale i nasconde lo stralunato cantautore minimalista Justin Vernon. Il secondo album di Bon Iver (molto atteso dalla critica e dal pubblico) ci mostra un artista in continua evoluzione che ha saputo crescere molto nei tre anni successivi alla registrazione dell'esordio. Questo Bon Iver, Bon Iver è lavoro corale, quasi da accreditare ad una vera band e di minimalismo ormai non è proprio il caso di parlarne. Su tutto è tutti comunque troneggia l'incantevole falsetto di Vernon ed i suoi intricati arrangiamenti cameristici. Per me il miglior disco di questo primo semestre 2011.
Assomiglia a: adesso somiglia al Sufjan Stevens degli esordi (quello che faceva folk con il banjo). Dove ascoltarlo: visti tutti i nomi di città evocati nei titoli delle canzoni del disco, converrebbe ascoltarlo in una scuola elementare, con in mano un bel mappamondo. |