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BUSH The Sea Of Memories


Anno di pubblicazione: 2011

Provenienza: Inghilterra

Genere: Grunge, o post grunge. C'è anche chi dice alternative rock.

Voto: ***1/2

Brano migliore: The Mirror Of The Sign, The Afterlife, All Night Doctors, Be Still My Love


A prescindere dal fatto che devo ancora capire cos'è che effettivamente ti qualifica come gruppo grunge (dopo accurati esami ho deciso che il denominatore comune sia il fatto di non lavarsi i capelli abbastanza spesso e di avere la tendenza a indossare camice di flanella a scacchi, visto che non tutti i cantanti si sono suicidati, non tutte le band vengono da Seattle e che, fra band come Nirvana, Pearl Jam,  Bush o Alice in Chains le somiglianze sonore sono tante quante quelle fra una banana e una scarpiera), il nuovo parto dei Bush si fa apprezzare piuttosto volentieri. Hanno sempre il vizio, e il talento, di costruire tappeti sonori elettrici che sembrano scappati da una fumata d'oppio (appunto: niente a che vedere col suono tagliente dei Nirvana o con le sonorità quasi hard rock dei Pearl Jam, per esempio), anche se, a dirla tutta, in questo disco sembrano un po' più...come dire. Morbidi.

Ma niente paura, la qualità c'è tutta. The Sea Of Memories è un titolo decisamente azzeccato per un disco che si muove come la risacca: lancia note e le riprende, lancia note e le riprende, lancia e riprende finché non arriva l'ondata vera. Quella che tira giù i fari!


Assomiglia a: forse a ugello che ascoltava Coleridge nei momenti di maggiore ispirazione


Dove ascoltarlo: al mare, mentre piove e non avete l'ombrello.

 Valentina Ceccatelli