Commento: Deep Dark Robot è il finto gruppo dietro cui si nasconde Linda Perry, produttrice pop di grande successo (Pink dovrebbe dirvi qualcosa), attivista per i diritti dei gay e qualche anno fa rockstar come leader dei Four Non Blondes (la loro What’s Up! Fu un grandissimo hit nel 1992). Questo album intende raccontarci la fine della storia d’amore con la sua compagna storica e lo fa mischiando tristezza, recriminazioni ed un grandissimo livore. Come qualsiasi copia non famosa, Linda non le manda certo a dire e titoli come You Mean Nothing To Me o Fuck You Stupid Bitch sono piuttosto eloquenti. Quello che manca a questo disco è proprio un po’ di misura (e non stiamo certo parlando di fair play verso la ex). La Perry alterna ballate lentissime a brani tiratissimi ai limiti dell’hardcore punk, concludendo con una strana marcetta funky. Non il massimo della coerenza stilistica insomma, ma la sua voce profonda rimane grandissima ed affascinante. Assomiglia a: Berlin di Lou Reed nei brani lenti (stessa disperazione) e alle Sleater Kinney in quelli veloci.
Dove ascoltarlo: mentre si litiga con il / la partner.
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