In tutta onestà, non è che I Dropkick Murphys brillino per la quantità di originalità inserita in ogni disco: ogni album segue la linea del precedente, che segue la linea del precedente, che segue la linea del precedente, che quindi segue il primo. Traducasi con: pura coerenza stilistica, e un sacco di birra. In tutta onestà 2, la vendetta, non è che mi dispiaccia. Anzi. Se gli irlandesi di Boston uscissero fuori con un disco come l’ultimo dei Rancid, o dei Tre allegri ragazzi morti –ragazzi, non ho nulla contro il reggae, ma dopo due canzoni inizio ad accusarla – ci rimarrei male e il disco resterebbe li a prendere polvere. Invece questo Going Out In Style, dopo aver soggiornato per giorni e giorni e giorni nello stereo della mia macchina, facendomi odiare ogni volta che tiravo giù il finestrino al semaforo rosso, è ancora bellino lucido. Ascoltare un disco dei Murphys è come infilarsi in un pub irlandese di un paio di decine di anni fa. O forse di oggi. Dice che la situazione non sia poi così cambiata: sindacati, ragazze, amore, lotte sociali, storia e un bel po’ di tradizioni con la loro versione dell’ormai mitica The Irish Rover, uno dei pezzi folk irlandesi più famosi dell’universo mondo. La novità, in questo caso più di contenuto che di forma, è che questo disco è tutto dedicato a Cornelius “Connie” Larkin, e che ognuna delle 13 canzoni racconta un pezzo della sua vita. L’emigrazione dall’Irlanda verso gli Stati Uniti, le guerre, il flauto –unico bagaglio portato dalla terra verde- le lotte et cetera ad libitum sfumando. Quindi una novità effettivamente c’era. Ma figuratevi se mi metto a riscrivere tutto da capo! Assomiglia a: a quando in Irlanda c’è il sole Dove ascoltarlo: In mezzo alla ressa, cercando di scansare anfibi volanti. |