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Joe Henry – Invisible Hour

Anno di pubblicazione: 2014

Provenienza: U.S.A.

Genere: folk rock

Voto: ****

Brano migliore: Swayed


Commento: Strano tipo Joe Henry. Forse più famoso per essere un grande produttore ed il cognato di Madonna, Joe ha iniziato la propria carriera negli anni '80 con un cantautorato folk, occorre dirlo, molto poco originale. Poi nel decennio successivo la svolta "modernista", propiziata dall'incontro con personaggi quali Page Hamilton (il chitarrista dei metallari Helmet!) ed Ornette Coleman. Trampoline (1996), Fuse (1999), Scar (2001) e Tiny Voices (2003) sono senza dubbio autentiche pietre miliari della "nostra musica". Poi troppi album non all'altezza di cotanto passato, fino a questo Invisible Hour che, a mio parere, è addirittura il miglior disco della sua carriera. Henry viaggia per la propria strada, rispolverando nella lunghissima Sign, addirittura suggestioni del proprio passato remoto ortodossamente folk. Poi però si aprono anche gli ormai consueti arrangiamenti sontuosi, basati sugli interventi dei fiati (Swayed, Every Sorrow). Ben tornato a Joe Henry e speriamo che questa volta non se ne vada più via.


Assomiglia a: Bruce Cockburn, John Hiatt, ma lo stile di Henry è decisamente personale ed immediatamente riconoscibile.

Dove ascoltarlo: prima del prossimo concerto di Madonna al quale assisterete. Fate così: andatevene via direttamente prima del concerto, perché il meglio è già andato.