C’è tutto: la poesia politica dei testi di Strummer, la genialità delle linee di chitarra di Jones (il chitarrista punk più pignolo di tutti i tempi), i giri di basso che quasi fanno canzoni a se stanti di un Paul Simonon che, finalmente, ha capito come si usa lo strumento che ha in mano (e l’ha capito in modo magnifico oserei dire) e la sezione ritmica perfettamente cadenzata di “Topper” Headon, soprannominato dal loro produttore batteria umana. Com’è che si dice in questi casi? Ah, sì...un capolavoro. Valentina Ceccatelli
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