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THE CLASH - London Calling

Il secondo album è sempre il più temuto, sia dagli artisti che da chi li segue...è solitamente l’album del flop. Immaginatevi il terzo! Questo album invece, il terzo della singolarmente lunga carriera del gruppo punk inglese (singolarmente in quanto era raro che un gruppo punk durasse più di due o tre anni nel 1977) è praticamente perfetto.
Non accantona il punk, affatto, e gli mette accanto altri generi (sopratutto il reggae amatissimo dal bassista Paul Simonon, che si sente in Guns of Brixton, e il rock n’roll adorato da Joe Strummer e glorificato nella cover Brand new Cadillac) che lo completano in modo così naturale che quasi non ci si accorge del cambiamento che ha subito il gruppo da un primo album (il meraviglioso The Clash) a questo London Calling.

C’è tutto: la poesia politica dei testi di Strummer, la genialità delle linee di chitarra di Jones (il chitarrista punk più pignolo di tutti i tempi), i giri di basso che quasi fanno canzoni a se stanti di un Paul Simonon che, finalmente, ha capito come si usa lo strumento che ha in mano (e l’ha capito in modo magnifico oserei dire) e la sezione ritmica perfettamente cadenzata di “Topper” Headon, soprannominato dal loro produttore batteria umana.

Com’è che si dice in questi casi?
Ah, sì...un capolavoro.

Valentina Ceccatelli