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C.S.I. Discografia

Dopo la fine della pioneristica esperienza CCCP - Fedeli alla linea, Giovanni Lindo Ferretti (voce) e Massimo Zamboni (chitarra) decidono di fondare il Consorzio Suonatori Indipendenti. Insieme a loro ci sono l'ex Litfiba Gianni Maroccolo (basso), Francesco Magnelli (tastiere) e Giorgio Canali (chitarra). I CSI non riprendono gli accenti punk della prima stagione dei CCCP; la loro musica è invece un insieme molto originale di post punk e folk, con chitarre alternative rock.

Maciste contro tutti (1993 - **1/2) è il live di lancio della casa discografica Consorzio Produttori Indipendenti, ideata da Maroccolo. Il concerto, registrato nell'Anfiteatro del Museo Pecci di Prato, è ancora incentrato sul repertorio di Epica etica etnica e pathos dei CCCP (1990). Insieme ai CSI ci sono gli Ustmamo ed i Disciplinatha, altre due band destinate a segnare indelebilmente la storia dell'alternative rock italiano degli anni '90.

 
Il nuovo stile degli ex CCCP appare nitido nel loro esordio KO De Mondo (1994 - ***1/2). L'anima irrequieta del gruppo lo porta a registrare queste dodici tracce in Bretagna, a Cape Finistère, il luogo dove gli antichi bretoni indicavano la fine del mondo conosciuto.

La natura apocalittica del post punk consortile si avverte in canzoni dai titoli evocativi quali Palpitazione tenue, Finistère, Del Mondo, Memorie di una testa tagliata e Fuochi nella notte di San Giovanni. Ai due estremi opposti della nuova ispirazione di Ferretti & soci si stagliano le possenti A tratti ed Intimisto, mentre Celluloide rinverdisce un certo stile dissacratorio che aveva caratterizzato gli anni '80 filo bolscevichi. Ko De Mondo è un disco che riesce a stupire perché mai in Italia, prima di allora, una rock band aveva osato così tanto.

La moda del concerto unplugged contamina anche i CSI, i quali fanno uscire In Quiete (1994 - ***1/2), testimonianza delle loro notevoli capacità dal vivo. La scaletta pesca ovviamente dal primo album (letteralmente strepitosa la resa di Fuochi nella notte di San Giovanni), ma anche dall'album d'esordio di una delle band più interessanti della scuderia CPI, i Marlene Kuntz, con la loro bellissima Lieve. C'è tempo poi anche per la cover di Aria di rivoluzione di Franco Battiato e per qualche gradito ripescaggio dall'epoca CCCP (...And The Radio Plays, Depressione Caspica).

Ai CSI, nel corso del tempo, si sono aggiunti i partenopei Marco Parente (batteria) e Ginevra Di Marco (voce), destinati a notevoli fortune successive come cantautori indipendenti. Ferretti e Zamboni trovano il tempo ed il modo di farsi ispirare dalla crisi nei Balcani e dalla guerra partigiana italiana.
Ne esce fuori un album, che è perfino riduttivo definire un capolavoro, intitolato Linea gotica (1996 - *****). Si tratta di un romanzo, di un trattato di filosofia, di una raccolta di poesie, di una potentissima opera d'avanguardia destinata a sopravvivere per mille secoli al silenzio.  

Ferretti è ispiratissimo quando realizza sferzate durissime come Cupe vampe, Esco, Irata o Linea Gotica. C'è perfino il tempo per rivisitare nuovamente il maestro Battiato (E ti vengo a cercare, in versione stravolta e coordinata perfettamente al mood difficile dell'intero lavoro). Sarà difficile che qualcun altro possa osare altrettanto nel futuro del rock italiano. Geniali dilettanti in selvaggia parata.....

Con un nuovo batterista (Luigi Cavalli Cocchi) e con una "donna Ginevra" sempre più colonna portante del progetto, nel contrappuntare alla perfezione il continuo salmodiare ferrettiano, arriva l'insperato successo di classifica. Ideato durante un molto pubblicizzato viaggio in Mongolia, Tabula Rasa Elettrificata (1997 - ***1/2) raggiunge il primo posto in classifica. Lo fa grazie ad un suono saturo e potentissimo, in cui le chitarre di Canali e Zamboni sembrano galleggiare letteralmente nell'universo new hardcore punk. La sconfessione dell'ideologia comunista di Unità di produzione è un colpo allo stomaco, mentre l'inno Forma e sostanza viene addirittura trasmesso da Radio DJ. Della trilogia iniziale dei CSI, questo è forse l'album meno qualitativo in termini assoluti, ma sicuramente quello meglio suonato ed arrangiato, lo dimostrano perle rock quali Accade, Vicini o come la ballata Bolormaa. I CSI poi tornano prepotentemente al punk con le conclusive Matrilineare e M'importa ‘na sega.

Lo spessore letterario della musica dei CSI diventa ancora più evidente con l'uscita dell'album dal vivo La terra, la guerra, una questione privata (1997 - ***1/2), cronistoria di una magica serata piemontese. La band invade, con grande rispetto e raccoglimento sovrumano, le navate gotiche della cattedrale di Alba, per dedicare uno spettacolo indimenticabile in onore della memoria di uno dei più grandi scrittori del ‘900 italiano: Beppe Fenoglio. Grande spazio viene assegnato alle canzoni di Linea gotica, ma piacciono soprattutto l'inno partigiano Guardali negli occhi, la "vecchia" Annarella dei CCCP e la migliore Memorie di una testa tagliata di sempre.

A causa di insanabili contrasti tra i due leader Ferretti e Zamboni, il Consorzio si scioglie nel 2000 all'apice del successo. Escono due album nostalgici intitolati Noi non ci saremo vol. 1 (2001 - ****) e Noi non ci saremo vol. 2 (2001 - ***), che mettono insieme trascinanti esibizioni live, rarità assortite e collaborazioni. Detto che il primo volume è molto migliore del secondo, mi piace ricordare i singoli altrimenti quasi irreperibili Tutti giù per terra e Buon anno ragazzi, una devastante versione di A tratti registrata dalla televisione svizzera, quell'autentica invettiva antiberlusconiana chiamata Maledirai, una Fuochi nella notte di San Giovanni registrata a Firenze con la collaborazione dell'Orchestra balcanica di Goran Brégovic, la Del mondo cantata da Robert Wyatt (i CSI interpretano anche Chairman Mao del musicista britannico) e qualche generoso estratto tratto dal famoso concerto bosniaco di Mostar (Unità di produzione, Vicini).

Dopo anni di silenzio ed una miriade di progetti paralleli non sempre convincenti (il più famoso sono certamente i Per Grazia Ricevuta - PGR), i post CSI tornano in pista con un progetto che è insieme colonna sonora, nuovo album in studio e cronistoria di un anno di grandi successi sui palchi italiani. La nuova versione della band prevede in formazione Massimo Zamboni (chitarra), Gianni Maroccolo (basso), Francesco Magnelli (tastiere), Giorgio Canali (chitarra), Simone Filippi (batteria) ed Angela Baraldi (chitarra e voce). Il nemico: Breviario partigiano (2015 - ***1/2) è disco che ha ragione di essere poiché non ovunque aleggia lo spettro di Ferretti. Ci sono tre esecuzioni live al fulmicotone (Guardali negli occhi, Linea gotica e Cupe vampe), ma anche degli inediti ispirati (Vorremmo esserci, In rotta o l'allegra sarabanda folk della title track). Chiude una struggente spoken song intitolata 29 febbraio. Speriamo che nel futuro i CSI tornino ad esserci permanentemente.

  Lorenzo Allori