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NORTH MISSISSIPPI ALLSTARS Discografia

 

I North Mississippi Allstars vengono formati nel 1996 dal chitarrista e cantante Luther Dickinson, dal batterista Cody Dickinson e dal bassista di colore Chris Chew. Crescono nel mito di Jim Dickinson (padre di due componenti, nonché grande tastierista e produttore di area southern rock) e del bluesman R.L. Burnside. La loro musica inizialmente è uno strano miscuglio di blues rurale ed elementi di improvvisazione. Il loro nome è ironico ed insieme molto impegnativo.

 

La storia inizia con Shake Hands With Shorty (2000 - ****), album di furioso folk - country - blues come raramente si sente realizzato da musicisti (in parte) bianchi. Qui sono contenuti alcuni dei brani di maggior pregio del loro repertorio (tra cui molte cover): Shake ‘Em Down di Fred McDowell, Po Black Maddie di R.L. Burnside o la loro originale K.C. Jones (On The Road Again), già dal titolo omaggio ai mitici Canned Heat.

 

Phantom 51 (2001 - **1/2) E' già un mezzo passo indietro. I NMAS frenano l'impeto ispirandosi a certo rock blues anni '70 molto melodico (viene in mente il pacioso Eric Clapton di The Slowhand). Il tentativo di conquistare le classifiche è manifesto, ma non riesce per niente. In questo album è però presente Lord Have Mercy, probabilmente la loro canzone più bella in assoluto.

Il momento di riflessione che succede al mezzo fiasco precedente è propizio per realizzare il progetto The Word (2002 - ****) insieme al funambolico lap-steeler Robert Randolph ed all'organista di area nu jazz John Medeski. Si tratta di una raccolta di classici del gospel anni '30, '40 e '50 riletti con gusto e passione. Accanto a questi ci sono anche alcune jam originali. L'album è completamente strumentale e tocca i propri vertici con le splendide Waiting On My Wings e Joyful Sounds. Avrà successivamente un seguito, ma lontano più lontano dal nucleo originale dei NMAS.

Polaris (2003 - *1/2) è il punto più basso di una carriera a ben vedere piuttosto schizofrenica. Il gruppo decide di ampliare il proprio suono usando moltissimo le tastiere (anche elettroniche), ma il risultato è a dir poco imbarazzante. La stampa specializzata americana è già pronta ad intonare il de profundis per i ragazzi terribili del Mississippi.

A venire in soccorso dei rampolli Dickinson accorre il padre con diversi amici (Chris Robinson dei Black Crowes, JoJo Hermann dei Widespread Panic, ma anche l'intero clan Burnside).
 

Hill Country Revue (2004 - ****1/2) è il risultato di tanta grazia. Disco dal vivo conciso e fulminante in cui i nostri rileggono con furia infinita il repertorio del loro primo album con l'aggiunta di ulteriori cover di pregio. Su tutto e tutti spicca la commossa rilettura di Boomer's Story di Mister Ry Cooder. Un classico del southern rock.

 
Rigenerati dal primo live della carriera, i North Mississppi Allstars (divenuti un quartetto con la presenza fissa alle tastiere di Jim Dickinson) tirano fuori dal cilindro il loro album più vario
 

Si intitola Electric Blue Watermelon (2005 - ***1/2) e vorrebbe essere il luogo in cui gli Allman Borthers si incontrano per jammare con RL Burnside, Herbie Hancock ed addirittura i Public Enemy. Ritmiche simil hip hop squarciano talvolta country blues guidati dalla chitarra slide. Il pubblico è disorientato ed anche leggermente deluso, visto l'exploit precedente. Piace molto la ballata Moonshine, che sarebbe potuta uscire dalla penna di Dickey Betts.

Il successivo Hernando (2008 - ***1/2) mostra la band leggermente più a fuoco, ma molto meno di quanto potrebbero far presagire le prime tre canzoni in scaletta: Shake (Yo Mama), Keep The Devil Down e Soldier. Il gruppo ha innalzato il tasso tecnico e lo si nota anche dai pregevoli intrecci strumentali. Cody Dickinson fonda un gruppo garage blues chiamato Hill Country Revue (toh! Ma guarda tu che nome!), mentre Luther Dickinson diventa la chitarra solista dei Black Crowes.

Il gruppo sembra sull'orlo dello scioglimento quando esce il doppio dal vivo Do It Like We Used To Do (2009 - ****), che ancora una volta ci segnala, tramite un'antologia di esibizioni comprese tra il 1996 e il 2008, che è il palco il luogo dove i ragazzacci del Mississipi si sentono più a loro agio. Grande grinta e canzoni fulminanti come Goin' Home o le cover di Down In Mississippi di J.B. Lenoir e Hear My Train A Comin' di Jimi Hendrix. L'unica pecca è che vengono riproposte incomprensibilmente anche alcune tracce che facevano parte del precedente album dal vivo Hill Country Revue. Nello stesso periodo escono altri due live semi ufficiali, l'elettrico Boulderado e l'acustico Songs Of The South, che confermano in pieno l'elevato standard live del trio.

  

La morte improvvisa di Jim Dickinson, fa produrre al gruppo il recente Keys To The Kingdom (2011 - ****), sicuramente il loro album migliore in studio. Un intreccio straordinario di gospel, soul e blues che vi consiglio di non perdere. Il brano The Meeting (duetto con Mavis Staples)  finirà sicuramente nelle playlist dei brani preferiti dell'anno di quasi tutti gli amanti del ruspante rock del sud. Interessanti anche How I Wish My Train Would Come, Let It Roll, Jelly Rollin' All Over Heaven e la stravolta cover del classico di Bob Dylan Stuck Inside The Mobile With The Memphis Blues Again.

 

A tre anni dalla morte di Jim Dickinson spunta I'm Just Dead, I'm Gone (2012 - ***1/2), album di puro blues rurale / gospel registrato dal vivo in compagnia del padre di Luther e Cody (Memphis, 2 giugno 2006). Come al solito nella carriera di Jim risplendono le cover: molto bello l'inno Down In Mississippi di JB Lenoir (proprio l'idolo del grande John Mayall) ed addirittura sopra le righe la rilettura del classico folk Codine della cantautrice pellerossa Buffy Saint-Marie. Abbastanza lontano dal classico stile boogie blues del trio.

World Boogie Is Coming (2013 - ***1/2) vuole essere un sunto di tutta la carriera della band dei fratelli Dickinson (qui spesso in organico numericamente superiore al consueto trio). Il boogie a rotta di collo del loro primo album viene addizionato talvolta di elementi funk ed elettronici con discreto successo, altre volte è la psichedelica a farla da padrone.
 
In scaletta ci sono tante cover di classici del movimento "hill country blues" e tanta, tanta energia. Nella versione de-luxe è disponibile un secondo cd di inediti ed alcuni video che ritraggono la band dal vivo e in studio
Gli odierni NMAS, ridotti ormai ad un duo formato dai fratelli Dickinson, tendono un filo sottile con i loro esordi con un album splendido intitolato Prayer For Peace (2017 - ****).

Come in Shake Hands With Shorty, ci sono infatti diverse cover blues (i consueti eroi "hill country" RL Burnside e Fred McDowell), ma la scaletta mantiene una compattezza invidiabile, con lo stile da strada di questa band a marchiarle tutte a fuoco nello stesso modo. Ci sono poi dei momenti altissimi, come di rado il southern rock è riuscito a raggiungere dopo il periodo d'oro degli anni '70 (Prayer For Peace, Run Red Rooster, Deep Ellum e soprattutto Long Haired Doney). L'ex Allman Brothers Band Oteil Burbridge è ospite al basso in un paio di brani ed è coautore della memorabile title track. Probabilmente Prayer For Peace è l'apice della carriera dei North Mississippi Allstars fino a questo momento.

Lorenzo Allori