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PREFAB SPROUT Discografia

Nati nell'Inghilterra di inizio anni '80, ancora scossa dalla rivoluzione post punk, ma anche pronta a cercare nuove strade pop, i Prefab Sprout sono da sempre la creatura del cantante, chitarrista e songwriter Paddy Joe McAloon. Accanto a lui i membri più stabili sono il bassista Martin McAloon (suo fratello) e la tastierista Wendy Smith.

Il primo album, Swoon (1984 - ***), incuriosisce fin da subito per le sue atmosfere jazzate e quasi AOR. I Prefab Sprout si pongono all'ala destra rispetto agli XTC nella singolare competizione pop di quegli indimenticabili anni britannici. La penna di Paddy Joe è beffarda ed acuminata come quella di un Warren Zevon o di un Ray Davies ed una canzone dolceamara come I Never Play Basketball Now è lì a dimostrarlo.

Passa appena un anno ed esce uno degli album più importanti degli ‘80s. Steve McQueen (1985 - ****) è un monumento pop in cui tutto concorre a sfiorare la perfezione. Innanzi tutto la romantica copertina e l'altrettanto suggestivo titolo dell'album, poi la produzione (Thomas Dolby), ancora oggi additata come una delle migliori in assoluto della storia del rock.  

E poi, particolare non secondario, ci sono le canzoni. Una carrellata di veri classici che, attraverso l'atmosfera à la Smiths dell'iniziale Faron Young o il white soul di Appetite, si srotola gloriosamente fino agli apici emozionali di Goodbye Lucille #1 (Johnny, Johnny) e del singolo di successo When The Love Breaks Down.

Dopo tre anni di esposizione mediatica, ma anche di grandi contrasti interni, il gruppo torna in pista con il controverso From Langley Park To Memphis (1988 - ***1/2). Il sound diventa ancora più patinato, ma paradossalmente vi è una maggiore ricerca verso le radici americane del rock. Paddy McAloon è forse stato un tempo indeciso se diventare una rockstar o rimanere un artista di culto e con questo album propende definitivamente per la seconda ipotesi. Comunque, tanto per gradire, si prende la libertà di omaggiare Elvis Presley (The King Of Rock N'Roll) e di prendersi gioco in modo cattivo di Bruce Springsteen (Cars And Girls).

Composto e registrato subito dopo il successo di Steve McQueen, Protest Songs (1989 - ***) era stato rifiutato dalla casa discografica perché troppo politicizzato e rock. Si tratta dell'inizio di una consuetudine per McAloon, che vedrà spesso le proprie opere uscire a distanza di molti anni dal concepimento. Protest Songs è comunque un album il cui piglio da "istant classic" non molto rifinito poco si addice alle normali caratteristiche degli Sprout. Pur nella mediocrità generale i Prefab Sprout riescono però a piazzare due autentici gioielli come A Life Of Surprises e Pearly Gates.

Il periodo più fecondo di idee per la band inglese si conclude con il doppio album Jordan: The Comeback (1990 - ****), che di sicuro è il più vario della carriera di Paddy McAloon e l'unico che può ambire a porsi accanto a Steve McQueen. L'album riporta gli Sprout in classifica e consacra il leader come uno dei cantautori migliori della sua generazione. Wild Horses, We Let The Stars Go e The Ice Maiden rischiarono all'epoca di consegnare un nuovo consorte all'inconsolabile "vedovanza inglese" da Smiths.

Dopo molti anni di silenzio, Paddy Joe rispolvera la sacra sigla sociale Prefab Sprout con un album algido ed un poco ingessato intitolato Andromeda Heights (1997 - ***). Siamo nel bel mezzo di quella tempesta commerciale chiamata brit pop, ma questo album non ha proprio niente in comune con Urban Hymns dei Verve, che in quel momento sta dominando le classifiche di vendita di tutto il mondo. La title track, Prisoner Of The Past o l'ingannevole Electric Guitars mostrano un signore invecchiato, forse incapace di fiutare l'affare e testardamente convinto della bontà del proprio modernariato pop.

The Gunman And Other Stories (2001 - ***) vede i Prefab Sprout affiancati da musicisti famosi ed apparentemente lontani dal mondo romantico ed ovattato di McAloon. C'è per esempio Jordan Ruddess dei Dream Teather alle tastiere ed ancora un grande chitarrista classic rock come Jeff Pevar (all'epoca axeman di David Crosby). Produce Tony Visconti (il produttore glam rock per eccellenza), che recluta anche la chitarra molto funk di Carlos Alomar (David Bowie). L'album però non gode del consueto livello di scrittura e segna forse la definitiva decadenza dell'autore.

Per i Prefab Sprout è arrivato il momento di rovistare nei propri cassetti per proporre album e canzoni sommerse da qualche dito di polvere. Let's Change The World With Music (2009 - **1/2) rimane ad oggi il più deludente tra gli album prodotti da McAloon. Gli arrangiamenti elettronici di questo disco talvolta sono un filo imbarazzanti e certo il pur gradevole singolo Sweet Gospel Music non riesce a risollevare l'esito artistico del lavoro. Vista la nota venerazione che McAloon ha per Donald Fagen, vengono immediatamente in mente parallelismi con il Kamakiriad (1993) del musicista californiano.

 
Nel 2013 Paddy Joe McAloon decide di rimettere insieme quasi l'intera squadra che aveva dato alla luce il capolavoro Steve McQueen. Il risultato, pur considerando le alterne condizioni di salute del cantautore, è di alto livello. Crimson / Red (2013 - ***1/2) è un ritorno alla raffinatezza dei Prefab Sprout classici.

Le canzoni sono eteree e rimangono come sospese a mezz'aria, tra i sospiri della splendida voce del leader, una dolce chitarra acustica o un passaggio di tastiera terribilmente fusion. Adolescence entra di diritto nel miglior canzoniere britannico del nuovo millennio, ma anche Billy e The Dreamer sono davvero delle gran canzoni. Crimson / Red è l'occasione per riscoprire una band che purtroppo ha rischiato troppe volte di finire nel dimenticatoio.

 Lorenzo Allori