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THE MARS VOLTA Discografia

 

I Texani At The Drive In sono stati la realtà più eccitante del post hardcore americano a cavallo tra anni ’90 ed inizio del nuovo millennio. Dalle ceneri della band nascono due gruppi destinati a continuarne la leggenda: gli Sparta, piuttosto simili agli originali e gli immaginifici Mars Volta. Il progetto Mars Volta nasce intorno alle carismatiche figure del chitarrista Omar Rodriguez Lopez e del cantante Cedric Bixler Zavala.

 Il primo disco si intitola De-Loused In The Comatorium (2003 - ****1/2) e fissa fin dall’inizio alcune delle caratteristiche salienti del gruppo: un ensemble aperto alle più svariate collaborazioni (in questo caso Flea dei Red Hot Chili Peppers al basso), un radicato immaginario esoterico che fa sembrare Jimmy Page un ragazzino delle medie ed infine una musica sfuggente con canzoni molto lunghe ed articolate cantate ora in spagnolo, ora in inglese.

I capolavori sono Cicatriz Esp e Take The Veil Cerpin Taxt. Difficile comunque scegliere in un disco di altissima qualità. Se volete potete chiamarlo “psycho rock”.

Fin dalla copertina Pink Floydiana (in effetti made in Studio Hipgnosis), il successivo Frances The Mute (2005 - *****) è il riuscitissimo assalto dei nostri al prog rock. Tre suites chilometriche e due canzoni che non danno tregua all’ascoltatore tra le urla esagitate di Zavala, continui assoli di chitarra e tastiere vintage ed una ritmica che certo non si vergogna ad andare in doppia cassa. Alla chitarra ritmica appare un certo John Frusciante, diligentemente agli ordini del geniale Rodriguez Lopez. Cygnus…Vismund Cygnus, L’Via L’Viaquez o Cassandra Geminni rappresentano il progressive del quarto millennio almeno.

Le leggendarie performance live del gruppo, che spesso si trasformano in un vero sabba collettivo, in cui i brani si susseguono furiosi senza soluzione di continuità, sono parzialmente documentate dal deludente disco dal vivo Scabdates (2005 - ***). La delusione deriva più dall’occasione persa che dalla qualità della musica. Bello il trittico di improvvisazioni Caviglia, Concertina e Haruspex, ma un formato doppio o addirittura triplo sarebbe stato consigliabile.

Ancora più prog del predecessore, per una serie di sentiti omaggi al caos ordinato in modo maniacale dei King Crimson, Amputechture (2006 - ****) è impressionante per la qualità tecnica messa in mostra dalla band. Tetragrammaton, Asilos Magdalena, Viscera Eyes o Day Of The Baphomets non lasciano scampo all’ascoltatore, che è costretto a ripartire da capo per cercare di capire come tutto questo possa essere successo.

Con The Bedlam In Goliath (2008 - ***1/2) per la prima volta un album dei Mars Volta non riesce a sorprendere. L’album è infatti una riproposizione un po’ più scialba dello stile del predecessore. Il pezzo forte si intitola Cavalettas, ma non riesce a scaldare il cuore più di tanto.

Mentre Omar Rodriguez – Lopez è vittima di una bulimia creativa solista da fare invidia a Frank Zappa, le idee per il progetto Mars Volta latitano in maniera preoccupante. Ecco che Octahedron (2009 - **), cantato spesso in spagnolo è disco pasticciato e sommamente deludente. Si salva Desperate Graves e poco altro.

Dopo qualche anno di opportuno silenzio,i Mars Volta tornano in scena profondamente cambiati. Bando alla piccola orchestra elettrica, bando alle urla urticanti ed alle doppie casse. Noctourniquet (2012 - ***1/2) è una raccolta di canzoni in stile “hard rock esoterico anni ‘70”. Per la prima volta ci sono moltissime ballate, impreziosite dalla voce di Cedric, che sembra aver imparato a cantare.  

Da segnalare Dyslexicon, In Abstentia, Molochwalker, Trinkets Pale Of Moon, Vedamalady e Noctourniquet. Solo i folli rimangono sempre uguali a loro stessi ed i Mars Volta dimostrano di avere la testa ben piantata sulle spalle.

 

 
  Lorenzo Allori