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1997: FUGA DA NEW YORK

di John Carpenter (USA, 1981)
con Kurt Russel, Lee Van Cleef, Ernest Borgnine


John Carpenter non è un semplice regista, è un profeta.
Questo film è una visione pessimista che non si discosta dal mondo reale ed è ciò che rende verosimile e sconcertante l'ipotesi che ne consegue.
In una New York spettrale di un futuro spettrale, dove la Grande Mela è un territorio in cui vengono confinati i malviventi, c'è una missione da compiere, e chi meglio di un detenuto ribelle è adatto allo scopo?

I panni di questo personaggio, detto "Jena" (ma in lingua originale è "snake", serpente n.d.r.) sono affidati ad un Kurt Russell in gran forma, cinico e dalla risposta pronta, impavido e dall'occhio bendato, un personaggio diventato di culto anche per la resa particolarmente fumettistica, geniale come l'arte di Carpenter, che qui inventa soluzioni volutamente non raffinate inserite in un contesto di buio perenne. La profezia parte dal velivolo di Jena che atterra su una delle Twin Towers, e come in un inferno dantesco la discesa dei piani porta il protagonista a contatto con tutte le ombre che abitano quei luoghi, in una lotta contro il tempo che sembra senza speranza. 

Le facce che compaiono in questa pellicola sono d'eccezione, un perfetto Lee Van Cleef nel ruolo del cattivo, un Ernest Borgnine come sempre bonario e qui rassegnato ad un destino avverso, e poi elementi di contorno dai toni cupi, in una città che sembra un misto tra la metropoli del coevo Blade Runner e i palazzi abbandonati del più recente The Crow, nulla è lasciato al caso e l'adrenalina si fa sentire.
Colonna sonora celeberrima scritta dallo stesso Carpenter. Un cult.
Il film ha avuto un sequel nel 1996, intitolato "Fuga da Los Angeles", più che un seguito una sorta di remake aggiornato ai tempi, e Russell sembra più giovane anche se tra il primo ed il secondo film ci sono quindici anni di pausa.

Daniele Nuti