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CANNIBAL HOLOCAUST

Di Ruggero Deodato (Italia, 1979)
Con Robert Kerman, Gabriel Yorke, Francesca Ciardi, Luca Barbareschi, Perry Pirkanen, Paolo Paoloni




Uno dei film più crudeli mai fatti. Forse il più censurato di tutti. Ed è italiano: una gran bella soddisfazione. Perché dovete sapere che nei meandri della produzione cinematografica italiana, tra i '70 e gli '80, venne creato un genere che allora conobbe grande successo: il cannibal movie. Questo film ne è l'esponente più famoso e più bello.

La storia narra di un gruppo di documentaristi che durante un loro reportage sulle tribù cannibali in Amazzonia scompare misteriosamente. Un professore di antropologia viene incaricato di andare a scoprire che cosa è successo. Dopo varie difficoltà riuscirà a trovare i loro filmati...

Questa trama vi ricorda già qualcosa? Forse un certo film chiamato The Blair Witch Project del 1999? Se ne è accorto anche Ruggero Deodato che fino all'ultimo si è chiesto se denunciare gli autori di quel film per plagio. Ma torniamo al film.

Come ho già accennato, si tratta di un film crudelissimo. Prima di tutto perché le vicende sono girate magistralmente da Deodato come un vero documentario e ciò rende il tutto più realistico. Poi gli effetti speciali, che sono tanto efficaci e realistici quanto estremamente artigianali. Considerare questo film come un semplice horror lo sminuisce.

 

Deodato ha detto di essersi ispirato per questo film ai veri reportage che facevano vedere in televisione al telegiornale, come quelli sui massacri delle BR, in cui non era risparmiato nessun particolare violento. Ma è vero anche che non mancano spettacolarizzazioni esagerate. Una fra tutte il fatto che le uccisioni di animali in questo film sono vere (la più agghiacciante è l'uccisione della testuggine), dato che a quel tempo le associazioni animaliste non avevano ancora sufficiente potere.

Invece le accuse a Deodato di aver girato uno snuff-movie sono infondate. Suscitò particolarmente scandalo la sequenza della ragazza impalata e le sequenze finali. Gli attori si credevano morti, ma in realtà era solo un operazione pubblicitaria (per contratto non dovevano più farsi vedere per almeno un anno né al cinema né in televisione). Deodato, quando venne processato, fu costretto a portare gli attori in tribunale per dimostrare che era tutta finzione.

Tutto questo rende l'idea di quanto il film sia (fin troppo) realistico.
Inizialmente bistrattato dai critici, adesso è stato molto rivalutato (complice anche il giudizio di Quentin Tarantino) e ridistribuito in versione integrale, dato che quando fu ridistribuito dopo il processo, il film è stato tagliato di tutte le scene più crude. Qualcuno lo potrebbe definire discutibile per i suoi eccessi furibondi di violenza e di truculenza (scene esplicite di squartamenti e cannibalismo, evirazioni, stupri...) fino al limite del sopportabile, però quello che lo giustifica è il suo stile iperrealista e il suo ferocissimo atto di accusa nei confronti dei mezzi di informazione sempre più avidi nello spettacolarizzare gli avvenimenti, solo per il gusto sadico degli spettatori. Deodato accusa noi di essere i veri cannibali.

Stupenda e da brividi la colonna sonora di Riz Ortolani, spesso in contrasto con le scene di violenza. E poi ci possiamo godere un giovanissimo Luca Barbareschi che prima di fare fiction buoniste, si divertiva a sparare ai maiali. Quando vide il film, Sergio Leone disse a Deodato: "Caro Ruggero, questo sarà il tuo cavallo di battaglia, ma ti causerà gravi problemi con la giustizia". Nel 2009 dovrebbe uscire un sequel diretto sempre da Deodato.

Per chi dovesse andare a vedere Hostel- part II, vi dico che Ruggero Deodato vi fa un breve cammeo. Indovinate in quale scena...

Mirko Ciardi