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INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO

di Elio Petri (Italia, 1970)
con Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Orazio Orlando, Gianni Santuccio



"Qualunque opinione faccia su di noi, egli è un servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano" Franz Kafka

Il capo della sezione omicidi della polizia, detto "il Dottore" (Gian Maria Volonté) è persona rispettata da tutti, esempio di moralità ed efficienza sul lavoro, a tal punto dal venire promosso a dirigente dell'ufficio politico.

 Ma nello stesso giorno commette un omicidio, taglia la gola ad Augusta Terzi (Florinda Bolkan), sua amante, ma donna decisamente libera e difficile, troppo difficile da gestire.
Ma "il Dottore" non si preoccupa, si sente forte della sua insospettabilità, e invece di sviare le indagini, fa in modo di prendersi la colpa, sicuro che nessuno mai lo accuserà, sarà un percorso nella psiche e nei sentimenti celati, dietro ad un'autentica maschera di ghiaccio.

Il film di Petri non può non essere annoverato tra le pietre miliari, poiché la forza di tutto il film è imbastita su una storia dai risvolti e dalle interpretazioni forti, un'atto d'accusa senza rivendicazione, oppure dimostrazione che il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda dei punti di vista.

 
 Volonté è superlativo, perché alterna freddezza ad isteria, maturità e fermezza ad estremo infantilismo, moralità a deviazione, in un crescendo emotivo che plasma l'umore dello spettatore, che finisce col disprezzare la figura del protagonista, ed è questa precisa intenzione della pellicola, l'odio poi, si legge nello sguardo dei comprimari, spettatori diretti di un'efferatezza non dimostrabile, muti e ciechi per interesse...
 

Queste alternanze trovano i loro chiaroscuri nei continui flashback nella mente del protagonista, dove l'amante uccisa compare vittima e carnefice, ricordo o autentico fantasma, in una continua ossessione, ed è l'interpretazione della splendida Florinda Bolkan, qui nel suo massimo splendore, a coinvolgere per seduttività, in una sorta di gioco delle parti in cui quello che sembra un uomo di potere non è altro che un burattino nelle mani della sua amante, sottilmente cattiva, infedele e presuntuosa, e che compare quasi esclusivamente nei flashback.

Celeberrima la colonna sonora firmata da Ennio Morricone e film premiato nel 1970 con l'Oscar come miglior film straniero e il Premio Speciale della Giuria a Cannes.

Manifesto di un'epoca difficile, punto di vista politico ma super partes, questo film va inserito nelle opere fondamentali da recuperare.

Daniele Nuti