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PAURA E DELIRIO A LAS VEGAS

(Fear and Loathing in Las Vegas)
Di Terry Gilliam (USA, 1998)
Con Johnny Depp, Benicio Del Toro, Ellen Barkin, Gary Busey, Cameron Diaz, Christina Ricci, Tobey Maguire, Craig Bierko, Harry Dean Stanton


Una sera un amico mi chiese se ero un puro di animo.
Io risposi un secco no. E lui disse: "Allora ti sei meritato questa grappa e di vedere Paura e delirio a Las Vegas". Fu in queste curiose ma inaspettatamente necessarie condizioni mentali che vidi per la prima volta questo allucinato film dell'ex- Monty Python Terry Gilliam.
Un'esperienza indimenticabile per varie ragioni: mentre nel mio sangue scorreva la grappa miracolosa che col tempo mi apriva sempre di più la mente, sullo schermo del dvd portatile scorrevano le immagini del film, con un'eccessiva esposizione di colore che le rendeva quasi del tutto rosse.


La storia, tratta dal romanzo dell'inventore del Gonzo Journalism (un genere di giornalismo che unisce al racconto oggettivo dei fatti, una descrizione delle esperienze e sensazioni provate da chi scrive, a volte sotto effetto di alcol o droghe) Hunter S. Thompson, narra del suo alter-ego Raoul Duke in viaggio insieme al suo bieco avvocato Dottor Gonzo per Las Vegas (entrambi fatti di ogni droga immaginabile), per inseguire il Sogno Americano e scoprire suo malgrado tutte le sue contraddizioni...



Forse nessun altro film ha mostrato in modo così realistico gli effetti, non soltanto delle droghe che i protagonisti assumono regolarmente e di tutti i tipi (LSD, mescalina, acidi, fialette di popper, etere, adrenocromo...), ma anche degli ideali di pace e amore della cultura hippy che all'inizio degli anni '70 (il film è ambientato in quello spiacevole anno di nostro signore, 1971) erano stati distrutti da Charles Manson e la sua ‘Family'(infatti nel film sono presenti molti riferimenti a Manson, per esempio nella tendenza ossessiva di Duke di chiamare chi ostacola i suoi piani, ‘pig'), oltre che dalla guerra del Vietnam e dalla presidenza Nixon. Insomma il film mostra il fallimento del borghese american dream, ma anche del sogno hippy. Entrambi sono diventati solamente merce, qualcosa in cui credere, perché non esiste altro. Un immenso circo di pazzi che hanno perso le speranze, nel quale domina sospetto e paura.
Ma tutto questo non impedisce al film di essere paurosamente divertente. I deliri di Johnny Depp (che con questo film ho rivalutato molto) e del messicano (o samoano?) Benicio Del Toro, sono tutti una goduria per gli occhi e per le orecchie. La regia di Gilliam, convulsa e schizzata, era la più adatta per un film simile. Nessun delirio, luccichio, allucinazione, o peggio viene risparmiato.
Ma lo stile grottesco-fantasy, rende il tutto un meraviglioso fenomeno da baraccone, che può essere visto come un semplice viaggio di due drogati alla ricerca del niente, o come una rappresentazione spesso metafisica di un mondo parallelo assurdo proprio perché vero, che può essere visto solo da chi ha la mente aperta (o chiusa) dalle droghe.
Assolutamente da non perdere, per chi abbia voglia di alterare la propria coscienza e conoscenza sul
mondo. Hunter S. Thompson aveva scritto: "Il giornalismo oggettivo è una delle ragioni principali per cui ai politici americani è stato permesso di essere tanto corrotti e tanto a lungo. Non si può essere oggettivi su Nixon."

Curiosità: in una scena compare Flea, il bassista dei Red Hot Chili Peppers. Come vostro recensore vi consiglio di guardare bene...

Mirko Ciardi
Per commenti: mirko.metal@yahoo.it