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BERLIN FESTIVAL 2012

 TEMPELHOF BERLINO, 7 SETTEMBRE 2012

 

Dopo aver studiato per settimane la lista degli artisti partecipanti all'edizione 2012 del Berlin Festival, prendo la decisione di andare solo alla prima delle due giornate di musica, quella che, a mio parere e per i miei gusti, vale la pena non perdere.

Così, venerdì 7 settembre, armato di lista concerti dove ho evidenziato i nomi da non perdere, mi incammino verso Tempelhof, lo storico aeroporto berlinese ormai utilizzato esclusivamente per accogliere eventi di grossa portata.

Dopo un'ora di fila e due perquisizioni molto accurate, vengo accolto al checkin da una graziosa hostess in divisa Lufthansa, che mi da tutte le indicazioni su come muovermi all'interno dell'aeroporto.

Varcato l'ingresso mi ritrovo catapultato nel paese dei balocchi: 4 palchi con musica dal vivo, casinò, pista autoscontro, distributori di birra e cibo (due vegan!) ovunque, un art village con installazioni e cinema che proietta ininterrottamente un documentario sulla scena musicale della Berlino anni ottanta, bancarelle di ogni specie che vendono prodotti aventi a che fare con la musica, una rilassante vip area dove mi lasciano passare offrendomi anche da bere (il secondo tentativo per entrarci andrà malissimo).

Ma passiamo ai concerti. Dei 24 di quel giorno ne ho potuti scegliere, per orari e concomitanze, solo 4.

 

DAUGHTER

I Daughter suonano alle 16,30 davanti ad una platea poco attenta (tranne le prime due file) ma che vuole presenziare, è il gruppo indie del momento e per molti è obbligatorio esserci. Ho visto giovani hipster raggiungere la prima fila per poi dare indifferenti le spalle alla band. Il trio non delude, in un'ora scarsa di concerto rifanno quel poco che hanno inciso fino a questo momento. Elena Tonra oltre ad avere una bella voce è un personaggio con grande carisma, fa la finta timida ma sul palco ci sta con grande disinvoltura. La canzone d'autore incontra lo shoegaze, la 4AD doveva per forza accorgersi di loro. Bravi!

 

WE HAVE BAND

Ad inizio concerto non c'è moltissimo pubblico ma tutti molto interessati, la gente aumenterà con il passare del tempo. Tutti quelli che si troveranno a passare nelle vicinanze dell'hangar 5 stage saranno attratti dalle accattivanti sonorità di WHB. La band dal vivo trascina e rende partecipe i presenti, è impossibile restare fermi (tranne che per i soliti hipster). 

 
La scaletta è un "best of" dei due album: Oh!, Divise, Where Are You People e gli altri ruffiani singoli ci sono tutti. We Have Band si rivelano dei grandi professionisti nascosti dietro maschere da sconvoltoni.

SIGUR RÓS

Raggiungo il mainstage, dove hanno appena finito di suonare i Tocotronic, e riesco ad ottenere una buona posizione per seguire il concerto da me più atteso. I Sigur Rós  hanno solo un'ora e 15 minuti per dare il meglio di sé e decidono di farlo eseguendo un brano per ogni disco pubblicato, con l'eccezione di Takk dal quale tirano fuori ben quattro canzoni. Mentre, contro ogni logica di mercato, suonano un unico estratto dal recente album Valtari, la bellissima Varúð. Grande novità in formazione è l'assenza, ufficialmente momentanea, del tastierista Kjartan Sveinsson che trasforma la band islandese in trio. Nonostante questo i tre membri rimasti sono comunque in sintonia sia tra loro (emozionante l'inizio di Sæglópur, dove si isolano attorno alle marimbe), sia con gli altri musicisti che li accompagnano, tra i quali spicca l'aggiunta di una seconda chitarra suonata dal fratello minore del bassista Georg Hòlm, che rende l'insieme più energico. L'accoppiata esplosiva Hafsól / Popplagið annuncia la fine del concerto ad un pubblico rapito e bagnato dalla pioggia incessante.

Sempre incantatrice la voce di Jónsi, sempre esaltante un concerto dei Sigur Rós.

 

 ORBITAL

Fuggo dal palco principale dove di lì a poco suoneranno The Killers, per rifugiarmi sotto al più piccolo Hangar 4 dove sta per iniziare il live degli Orbital. La scenografia è bellissima; sei schermi che proiettano video ipnotici circondano il tavolo di lavoro dei fratelli Hartnoll, che ci delizieranno per un'ora e mezza con le loro melodie elettroniche. 

La "festa" inizia con Halcyon e va avanti mescolando, con grande stile e senza pause, composizioni tratte dal nuovo Wonky a brani famosi del loro repertorio. Più che un concerto, un'esperienza.
  
  Toni Piazza