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Heineken Jammin' Festival

 

 Mestre, Parco San Giuliano martedì 6 luglio 2010
Come di certo sapete, se avete frequentato il nostro sito negli ultimi mesi, Radiogas ha organizzato un pullman speciale per l'Heineken Jammin' Festival, nella giornata che prevedeva una golosa scaletta con, nell'ordine, Gomez, Gossip, Skunk Anansie, Ben Harper & Relentless 7 e Pearl Jam.
La giornata è stata intensa e piena di grande musica e ci sono stati veramente pochi lati negativi e comunque tutti legati all'organizzazione del Festival
 Abbiamo infatti quasi del tutto perso l'esibizione dei Gomez a causa dell'eccessiva distanza intercorrente tra il parcheggio dei pullman e l'entrata del Parco San Giuliano, distanza coperta con bus navetta stipati fino all'inverosimile.
Sicuramente è stato un grande peccato visto la validità della proposta musicale del gruppo britannico e le facce contente degli spettatori che abbiamo incontrato già ordinatamente disposti per seguirne l'esibizione (peraltro io posso confermare la bravura dei Gomez essendomeli già goduti un paio di volte in concerto negli anni scorsi).
La successiva performance dei Gossip è stata una piacevole sorpresa per gran parte dei presenti; non certo però per coloro che, come noi di Radiogas, avevano ascoltato senza pregiudizi il loro formidabile Live In Liverpool (2008). I Gossip sono una realtà molto concreta nella scena indie americana e credo che il loro originale impasto di new wave + soul + indie rock chitarristico possa trascinarli in futuro ad un successo ancora maggiore di quello pur rimarchevole ottenuto fino ad oggi. Una menzione particolare va alla straordinaria vocalist Beth Ditto, forse perfino più imponente vocalmente di quanto lo sia fisicamente. Beth è stata uno spettacolo per gli occhi per come ha saputo trascinare la folla con la sua esuberante presenza scenica, mentre tutto intorno stava per scatenarsi un violento temporale.
Il temporale per fortuna non ha avuto gli stessi effetti rovinosi che avevano contraddistinto la (mancata) esibizione dei Green Day di due giorni prima. Giove Pluvio sicuramente questa volta ha avuto un occhio di riguardo per il festival, dal momento che una violenta tromba d'aria ha funestato la vicina costa di Rovigo in quelle stesse ore.
 
 
Una volta concluso il temporale è stata la volta dell'esibizione degli Skunk Anansie. Qui la critica e i benpensanti del rock alternativo a tutti i costi (ma alternativo a cosa?) dovrebbero effettuare un bel "mea culpa". Gli Skunk Anansie sono stati responsabili di uno dei più convincenti esordi degli anni '90: il memorabile Paranoid And Sunburnt (1994), per poi continuare una carriera su livelli decisamente buoni, pur sbilanciando il proprio repertorio forse un po' troppo verso le ballate. Pochi hanno pianto quanto gli Skunk Anansie si sono sciolti e Skin ha iniziato una carriera pop scialba che è sembrata ai più l'ideale prosecuzione dell'ispirazione in calando del gruppo d'origine.

Oggi gli Skunk Anansie sono tornati con un greatest hits con tre ottimi inediti e stanno preparando un nuovo album insieme (il loro quarto). Devo dire che se le premesse sono quelle dell'esibizione di Mestre, avremo presto recuperato una delle migliori rock band del mondo. Si è trattato in effetti di un concerto tecnicamente ineccepibile e veramente trascinante dal punto di vista emozionale.
Del resto un scaletta con brani rock di qualità come Selling Jesus, Charlie Big Potato, Little Baby Swastika, On My Hotel TV, I Can Dream e Twisted se li possono permettere veramente in pochi.
 Sulle ballate poi che dire? La voce di Skin ha veramente una nitidezza ed una precisione superba, anche dal vivo, basandosi su un'estensione veramente fuori dal comune. Skin, molto più di tante stelline r'n'b specializzate in piroette vocali gratuite, è la vera Aretha Franklin di questo tempo.
Ben Harper ha realizzato il concerto più classicamente rock n'roll della giornata. Una scaletta sincera e sudata che per fortuna non ha mostrato certi eccessi hard rock dell'ultimo live album coi Relentless 7, eccessi che stilisticamente non si addicono molto al chitarrista californiano. Rispetto agli Innocent Criminals, sua formazione storica, questi Relentless 7 guadagnano in compattezza e perdono in finezza e spiritualità. E' stata comunque straordinaria (forse la cosa più bella dell'intera giornata) la lunga esecuzione della ballata Up To You Now, che impreziosiva l'ultima prova in studio. L'impressione è che il progetto Relentless 7 sia transitorio e non mi stupirebbe affatto se il prossimo disco di Harper fosse in stile folk, forse addirittura suonato con il solo ausilio della chitarra acustica.
  

I Pearl Jam hanno trascinato la folla con due ore di grande intensità, dimostrando ancora una volta di essere probabilmente la rock band più importante degli ultimi venti anni. Dal punto di vista tecnico si sono ascoltate diverse sbavature, ma il tutto viene sopperito da un'irruenza ed un'urgenza comunicativa degna di una punk band di ventenni alle prime armi. Onore dunque a questi arzilli rockers di mezza età che continuano a credere in quello che fanno, non barando mai e non nascondendosi dietro pachidermiche scenografie o palchi che ruotano a 360°. Al solito la scaletta ha distribuito diverse sorprese e chicche (Breath, Present Tense, Red Mosquito con Ben Harper alla slide, molte cover) dimostrando il rispetto che questa band nutre per il pubblico italiano. Quando li vedremo in un grande stadio? Penso presto.
Grande giornata, atmosfera del festival eccezionale, ottima musica.

Alle 5:15 siamo rientrati felici alla base.

 


 Lorenzo Allori
 
 
 Scaletta del concerto dei Pearl Jam

Given To Fly
Astronomy Domine (cover dei Pink Floyd)
Corduroy
World Wide Suicide
The Fixer
Elderly Woman Behind The Counter In A Small Town
Breath
Mini Fast Car
Even Flow
Present Tense
Do The Evolution
Unthought Known
Porch

Bis 1

Red Mosquito (with Ban Harper)
Just Breathe
State Of Love And Trust
Arms Aloft (cover di Joe Strummer & The Mescaleros)
Jeremy

Bis 2

Got Some
Once
Black
Public Image (cover dei Public Image Limited)
Alive
Rockin' In The Free World (cover di Neil Young with Ben Harper & Relentless 7)