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STEFANO BOLLANI DANISH TRIO

 Teatro Manzoni Pistoia  6 marzo 2013

Stefano Bollani rappresenta il lato divertente del jazz. Del resto questa musica meravigliosa è nata così, stretta tra l'intrattenimento nei bordelli di lusso e le sale da ballo di mezza America. Poi è arrivato il be-bop ed il moderno piano trio. E lì si è smesso di recitare "a soggetto", cullandosi invece nella struggente liricità del maestro maximo Bill Evans.

Bollani se ne strafrega di inumidirci gli occhi per la commozione e vuole soltanto farci divertire e divertirsi lui stesso suonando in libertà. Questo "danish trio" (Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria gli altri due membri) è l'ideale per le scatenate ed irrefrenabili divagazioni semiserie del leader. I due accompagnatori mostrano di gradire e di non rifiutare affatto la gag, che anzi rimane il marchio di fabbrica di questo combo. Tecnicamente le dinamiche del trio sono ineccepibili, con Bodilsen a rappresentare una sorta di arrangiatore / co-leader / bilanciatore del gruppo, forte di una tecnica inappuntabile e di uno stile mai invadente e sopra le righe. Il repertorio al solito è indirizzato verso la solarità dell'amato Brasile (Jobim, dediche esplicite a Caetano Veloso), comprende qualche standard e soprattutto le tanto attese incursioni nel mondo del pop. Ecco che allora Bollani reinterpreta (anche cantandola in chiave scat) Billy Jean di Michael Jackson e ci delizia con una torrenziale resa di Mi ritorni in mente di Battisti - Mogol.

Un'ora e mezzo di concerto e due bis per una serata che ancora una volta ha confermato lo stato di forma di Stefano Bollani: ormai semplicemente uno dei pianisti migliori del mondo. Ovviamente se non ci si vuole commuovere a tutti i costi.

 Lorenzo Allori