Autore: Sergio D'Alesio Casa Editrice: Aereostella Pagine: 157 Prezzo di copertina: € 16 Per molti sono uno spauracchio o, insieme ai Fleetwood Mac, il lato decadente e poco profondo del rock anni '70. Questa opportuna retrospettiva di Sergio D'Alesio ci ricorda come invece gli Eagles siano stati tutto sommato una rock band come tante altre, semplicemente travolta da un successo così totale e costante, da essere perfino inspiegabile. Se in effetti ci astraiamo un attimo dalle melense sdolcinatezze di One Of These Nights, dalle tamarrate in serie della chitarra di Joe Walsh o dalla deriva simil funk di The Long Run, Gli Eagles appaiono per quello che sono stati davvero stati: un'ottima country rock band nei loro inizi (soprattutto per quanto riguarda Desperado, ma tutti i primi tre album sono notevoli) e poi un gruppo di grandi professionisti sorretti dalla penna magica del duo Frey - Henley, che sapevano per inciso benissimo come scrivere una buona rock ballad. D'Alesio riporta molti testi di canzoni, sorvolando forse un po' troppo sull'evoluzione musicale e sui tanto discussi (all'epoca) eccessi del gruppo. Cocaina, furiosi litigi, camere d'albergo distrutte hanno fatto da corollario alla carriera delle Aquile, almeno quanto a quella dei Led Zeppelin, ma i secondi sono sempre riusciti ad incarnare forse meglio la drammaturgia del carrozzone rock n'roll. Gli Eagles, forse impigriti dal sole della benestante California, sono già un gruppo con la mentalità anni '80 calato nel decennio sbagliato: da un lato tengono in mano la chitarra, dall'altro la calcolatrice. Ci sono cose che ci fa piacere ricordare ed altre che avremmo volentieri dimenticato in questa biografia, proprio come avviene per certe stanze dell'Hotel California. Ecco perché vale la pena leggerla. |