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MARCO PARENTE La riproduzione dei fiori

 

Casa discografica: Woland 2011

 

 

Col suo ritorno, a cinque anni di distanza dal binomio sperimentale di Neve ridens 1 e 2, Marco Parente gronda stile e raffinatezza, ed è subito rinascita primaverile, con un disco, La riproduzione dei fiori, che di nuovo ha quel sapore irregolare di libertà da ogni canone e distanza da ogni moda, eppure con un tocco di tranquillità raggiunta, armonia dissonante che regna in ogni brano, per un disco appagante e nel contempo rivoluzionario. Lasciati alle spalle gli esperimenti intrisi di amarezza, Marco Parente ritrova equilibro e solidità in un disco dai testi importanti e senza più 'paura pop'. Innanzitutto, si circonda  di musicisti validissimi che gli si attagliano alla perfezione sia su disco che nei live: Andrea Allulli (The Half of Mary), Andrea Angelucci (Zenerswoon, Pentolino's Orchestra), Emanuele Siniscalco (Alessandro Galati Trio) e Asso Stefana (Mike Patton, Guano Padano). Con tanto ben di Dio, Marco Parente rovescia i fiori del male di Baudelaire e, in un momento storico disperante, traccia coi petali la sua nuova rivoluzione: “Fatti il bene e fotti il male, perchè vivere bene ti fa bene”, canta nella bellissima title track. E finalmente entra vento da ogni finestra, e sono note da bere d'un fiato, come quando si ha molta sete: “Shakera bei pensieri”, incide in un altro dei pezzi migliori del disco, Shakera bei, che si avvale, nei cori, della splendida voce di Claudio Tosi (The Half of Mary, Jubilee Shouters). E si respira ampio, e la sete va via, perchè un disco come questo la toglie sia a chi ha voglia di esplorare nuove frontiere cantautorali (la rinfrancante Sempre addolcita dagli archi di Robert Kirby), sia chi desidera scosse rock (la trascinante C'era una stessa volta), sia chi ama l'elettronica da shoegaze (Badman). Infine i testi: Parente gioca con le liriche come si fa con la creta, e modella poesie attraverso un uso sapiente di alcune parole ricorrenti, che in definitiva esortano ad accettare gli opposti, a sostenere le contraddizioni inevitabili con la giusta leggerezza e una salvifica ironia, per affrontare meglio il tempo e i ritorni, l'andare e il fermarsi, l'amore e le emozioni.

Il risultato è l'unicità di un musicista che prosegue caparbio la sua ricerca, arricchita dagli anni, che pieni di promesse lo premiano, e premiano chi ascolta.

 

Brani migliori: La riproduzione dei fiori, Shakera bei, Badman, C'era una stessa volta.

 

David Drago