Anno di pubblicazione: 2014 Paese di provenienza: U.S.A. Genere: jazz Giudizio: **1/2 Brani: The Tulpa Chronicles (Part I: Proem) / Two Hits / Son Seals / Somethin's Cookin' / Unknown / The Tulpa Chronicles (Part II: Ephemeral Canvas) / Three Voices / A Lesson Earned / The Shadow World / Hold My Snow Cone / FreeB / The Tulpa Chronicles (Part III: For Cordel Boogie Mosson) / If You're Lonesome, Then You're Not Alone Musicisti: Eric Revis (contrabbasso), Chad Taylor (batteria), Bill McHenry (sax tenore), Darius Jones (sax contralto), Brandford Marsalis (sax tenore) Eric Revis è un talento purissimo. Uno di quei nomi che sono obbligatori da citare se si volesse raccontare il contrabbasso del XXI secolo. In questo caso però anche lui, come troppo spesso accade ultimamente, scivola sulla "buccia di banana" del free jazz. In Memory Of Things Yet Seen è l'ambizioso tentativo di coniugare jazz da camera e violenza improvvisativa. Quando la cosa riesce (come nel brano Unknown o nella seconda parte della suite The Tulpa Chronicles) non si può che drizzare le orecchie ed applaudire a scena aperta. Purtroppo, per il resto del programma, la musica si sbilancia verso un estremo o l'altro. Se l'innata eleganza di Revis rende piacevoli le soluzioni più quiete (The Tulpa Chronicles Part I, Hold My Snow Cone), la materia libera si esplica viceversa su canoni di violenza espressiva già risaputi. L'Art Ensemble Of Chicago negli anni '60 e '70 faceva già le stesse esatte cose. Perché dunque ripeterle all'infinito? |