On Air Stiamo trasmettendo:
The Golden Age

Parola di DJ

newsletter
Vuoi essere informato su tutte le novità di Radiogas?
Iscriviti alla nostra newsletter
Scrivi la tua email



JESPER BODILSEN Scenografie

Genere: Jazz

Provenienza: Scandinavia/Italia

Anno di pubblicazione: 2013

Etichetta: Silenzio/Carosello

Voto: ****1/2

 

Jesper Bodilsen, contrabbasso/Stefano Bollani, pianoforte/Ulf Wakenius, chitarre/Peter Asplund, tromba e flicorno/Nico Gori, clarinetto/Paolo Russo, bandoneon/Joe Barbieri, voce.

1^atto:

Longing/Regni e Corone/No road for readers/Please walk me back/Another heart/Retrato em branco e preto.

2^atto:

La Tieta/Normalmente/Napoli/Living/Waiting/Min sommerfugl (la mia farfalla)

 

Jesper Bodilsen appartiene di diritto a quella ormai folta e prestigiosa schiera di contrabbassisti scandinavi che stanno creando una sorta di vera e propria scuola stilistica e lo conosciamo in particolare per la lunga collaborazione con Stefano Bollani, che non poteva mancare in questo suo nuovo lavoro. Di Bollani niente da dire se non rimarcare la palpabile empatia e affinità con le idee di Bodilsen, contrabbassista dal suono cantabile e arioso, attento alla bella melodia senza tralasciare sonorità più liriche, tipiche del viaggio interiore. Di Nico Gori si può invece dire che ogni giorno che passa il suono del suo clarinetto si fa più intenso, attento a cogliere ogni sfumatura del'anima, il fraseggio semmai ancor più ampio e meditato allo stesso tempo. Di un batterista non ne hanno sentito nemmeno il bisogno.

Ma non finisce qui. Bodilsen ha utilizzato due distinte formazioni per lo sviluppo e l'intreccio di questo disco. Una possiamo definirla "italiana" con Stefano Bollani e Nico Gori, l'altra raggruppa i musicisti danesi, tra cui Paolo Russo, italiano di Pescara trapiantato in Danimarca e animato da profondo amore per il tango. La tenue voce di Joe Barbieri incanta l'ascoltatore nel dolce fluire della sua Normalmente.

Un disco concepito come un susseguirsi di scenografie. Ancora una volta con l'intento di proporre in musica una tavolozza di colori da cui attingere a seconda degli stati d'animo, oppure una foto che cattura il silenzio e l'immensità di spazi che inducono alla riflessione, al delicato incanto del cuore. Scenografie in cui collocare con cura e attenzione i sogni più belli, allo scopo di non farli fuggire non appena appaiono le prime luci del giorno.

 

 Marco Milanesi