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KENNY BURRELL Midnight Blue

Genere: Jazz

Provenienza: USA

Anno di pubblicazione: 1963

Etichetta: Blue Note

Musicisti: Kenny Burrell (chitarra), Bill English (batteria), Ray Barreto (percussioni), Mayor Holley (contrabbasso), Stanley Turrentine (sax tenore)

 


Se si potesse scrivere una storia del jazz attraverso le case discografiche che ne hanno accompagnato la storia e l' evoluzione, la Blue Note avrebbe sicuramente diritto ad uno dei capitoli più importanti.

Questa etichetta ha letteralmente catturato e incarnato lo spirito che aleggiava nella New York anni 50, tanto da parlare di un vero e proprio ‘Blue Note sound'. Intorno ad essa si raccoglievano i giovani alfieri, in particolare musicisti afroamericani, portatori del nuovo verbo rappresentato dal pulsante e dinamico Hard Bop. Al resto ci pensava il grafico Reid Miles con le sue copertine, divenute vere e proprie opere d'arte grafica e l'ingegnere del suono Rudy Van Gelder, tecnico formidabile che ha aperto la strada alla moderna acquisizione e registrazione di suoni. Questo mix incedibile ha generato centinaia di dischi memorabili e dato notorietà e fama a quei musicisti che ne hanno magistralmente interpretato lo stile e l'atmosfera. Ma è il blues, lo ‘slow blues' il sottofondo continuo che caratterizza buona parte dei lavori usciti sotto l' ala Blue Note. E, nel 1963, era proprio ad un disco di blues che pensava (e sognava) il chitarrista di Detroit, Kenny Burrell.

Afroamericano, dotato di eccellente tecnica strumentale, aveva esordito con Dizzy Gillespie, proseguendo con Oscar Peterson e poi, via via collaborando con i maggiori nomi a lui contemporanei. Approda alla Blue Note (siamo a New York a metà degli anni cinquanta) trovando nella collaborazione con l'organista Jimmy Smith uno dei suoi massimi momenti creativi. Midnight Blue vede Burrell impegnato come leader, attorniato da un fluido e efficace Stanley Turrentine al sax tenore,  Ray Barretto alle conga, Mayor Holley al contrabbasso e Bill English alla batteria. Se si esclude Chitlins con carne, dal ritmo vagamente funky evidenziato dalle percussioni di Barretto, che diventerà poi una specie di inno di quella corrente stilistica che va sotto il nome di Acid Jazz, il resto dell' album è interamente pervaso dallo spirito blues più autentico. Il risultato: un capolavoro senza sbavature o note inutili, pulsante nella ritmica e profumato di notte fonda.

Questo è uno dei migliori album in assoluto pubblicato da questa icona delle cultura musicale americana degli anni 50 e successivi e considerato, insieme al celebre Smokin' At The Half Note di Wes Montgomery (Verve Records), il migliore album di chitarra elettrica. Tributo decretato dai più famosi e conosciuti chitarristi rock.

 Marco Milanesi