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Matt Wilson’s Big Happy Family – Beginning Of A Memory

Anno di pubblicazione: 2016

Nazione: U.S.A.

Genere: Jazz

Giudizio: ****

 

Brani: Score / Lester / Searchlight / Beginning Of A Memory / Request Potato / How Ya Goin'? / Father Of The Year / Getting Friendly / Andrew's Ditty / Flowers For Felicia (Orchids - Wildwood Flowers) / No Outerwear / Potato Radio / Go Team Go! - Endless Love / 25 Years Of Rootabagas / Feel The Sway / Schoolboy Thug / July Hymn

 

Brano migliore: No Outerwear

 

Musicisti: Matt Wilson (batteria), Terell Stafford (tromba), Kirk Knuffke (cornetta), Jeff Lederer (sax tenore, sax soprano, clarinetto), Andrew D'Angelo (sax contralto, clarone), Gary Versace (pianoforte, organo, fisarmonica), Martin Wind (contrabbasso), Paul Sikivie (contrabbasso), Yosuke Inoue (contrabbasso), Chris Lightcap (contrabbasso, basso elettrico), Matt Balitsaris (chitarra, dobro)

 

Portatrice di una vitalità dirompente, la big band di Matt Wilson è uno dei più interessanti gruppi di jazz sperimentale esistenti al mondo. Formazione e stile dei primi brani lascerebbero pensare addirittura ad una rilettura della musica dell'epoca d'oro dello swing o addirittura dell'antico dixieland style. Niente di più falso. Wilson ed i suoi vivono viceversa nel solco di quei (pochi) musicisti bianchi che hanno saputo innovare e sperimentare con i piedi ben piantati nella tradizione. Sto alludendo a Lee Konitz, a Shelly Manne e soprattutto a Jimmy Giuffre, evocato diverse volte nei brani più spigolosi. Il fatto che Wilson abbia collaborato per anni proprio con Konitz, la dice lunga sulla sua apertura mentale.

La scaletta passa da momenti puramente bandistici ad alto tasso energetico, ad altri più lirici (Beginning Of A Memory, Flowers For Felicia), non smettendo mai di stupire. I musicisti sono inappuntabili e competenti dal punto di vista tecnico, anche se, leader a parte, l'unica altra star è il bassista Chris Lightcap. Beginning Of A Memory è un album che riesce a raccontare l'intera evoluzione del jazz, a rimanere ancorato nel presente ed a gettare contemporaneamente un ponte verso il futuro utilizzando solamente strumentazione tradizionale.

 Lorenzo Allori