Anno di pubblicazione: 2015 Nazione: Italia Genere: jazz Giudizio: **** Brani: One For Avi / Sixth Sense / Hat On The BobCat / Togo / Bonanza / Dee's Dilemma / Unknown Shape / Black And Tan Fantasy / Remember Rockfeller At Attica / Peace Brano migliore: Sixth Sense Musicisti: Roberto Gatto (batteria), Francesco Bearzatti (sax tenore, clarinetto), Avishai Cohen (tromba), Doug Weiss (contrabbasso) Pronti, via e sembra di ascoltare un disco del mitico quartetto di Gerry Mulligan e Chet Baker. Stesso rigore cool, stessi riferimenti "scritti" da qualche parte. Poi invece la materia si evolve e diventa qualcosa di più magmatico. Francesco Bearzatti piazza un superbo assolo di clarinetto nella Sixth Sense di Dave Brubeck, mentre un bell'assolo della batteria del leader conclude Bonanza. I riferimenti del quartetto rimangono iper classici (Duke Ellington, Charles Mingus, Mal Waldron) e legati ad un leggero filo logico di natura politica e non stilistica, con la tromba del genietto Avishai Cohen (da non confondere con l'omonimo contrabbassista) che riesce di volta in volta a cambiare registro. Roberto Gatto ha una lunga carriera alle spalle e non è certo un'eresia definirlo il miglior batterista italiano. Però un album di questo spessore come leader non l'aveva mai fatto. Il quartetto ha un suono personale ed incisivo, dove secondo me gioca un elemento fondamentale la mancanza del riferimento pianistico nella sezione ritmica. Sixth Sense è un esempio di come ci si possa riferire al luminoso passato del jazz, pur dando una decisa impronta personale. Sicuramente da inserire tra i migliori dischi dell'anno. |