Shelly Manne viene solitamente ricordato come un eccellente batterista, celebrato come uno dei massimi esponenti dello stile "cool" in voga sulla costa ovest degli Stati Uniti, vincitore di vari referendum come miglior batterista dell'anno indetto dalla rivista Down Beat, ma anche come autore ed esecutore di musica per spot pubblicitari, programmi radiofonici e televisivi sempre più richiesti dalla dinamica industria multimediale americana, e infine gestore con la moglie di un suo club a Los Angeles, lo Shelly Manne Hole. In questo disco, che raccoglie le session registrate nel settembre ‘59 al Blackhawk di San Francisco, si ascolta e si apprezza lo spirito migliore di quello stile (apparentemente) rilassato, lontano dalla pulsazione dinamica forte delle influenze afro, vagamente debitore delle forme musicali classiche europee, che viene comunemente chiamato come "cool jazz" e, non sempre a ragione, attribuito a musicisti bianchi. L'idea iniziale era di pubblicare un solo disco, poi il materiale si rivelò così buono da convincere il produttore a pubblicare quattro dischi in tutto. Vi segnalo il primo, ma vale la pena averli tutti, soprattutto per la vivacità restituita dall'esecuzione dal vivo, per il feeling tra i musicisti impegnati ad eseguire standard più o meno conosciuti e, ovviamente, per la loro eccellenza. E' anche un modo per ascoltare e ricordare un tenorsassofonista di altissimo livello, fluido e potente, scanzonato e ironico come Richie Kamuca, tanto prolifico nel suonare e incidere con altri, quanto parco nelle produzioni come leader. Il disco si compone di sole quattro tracce. Un classico come Summertime di Gershwin, un brano che appartiene alla tradizione bop come Our Delight di Tadd Dameron, insieme alla deliziosa e importante Poinciana, giocata su un ‘up tempo' e ad un brano del trombonista Frank Rosolino in forma di jazz valzer: Blue Daniel. Infine il gruppo, supportato egregiamente dal moderno e preciso drumming di Manne, composto da Richie Kamuca al sax tenore, Joe Gordon alla tromba, Victor Feldman al pianoforte e Monte Budwig al contrabbasso. Il vinile ci riporta subito all'atmosfera fumosa del jazz club, ma comunque la si ascolti (CD o in formato elettronico) questa musica non perde niente del suo fascino, della capacità di catturare l'attenzione e di rilassarci senza mai annoiare. |