Anno di pubblicazione: 2015 Nazione: Armenia Genere: jazz, fusion, etno music Giudizio: *** Brani: To Love / Song For Melan & Rafik / Kars 1. / Double Faced / The Roads That Bring Me Closer To You / Lilac / Entertain Me / The Apple Orchard In Saghmosavang / Kars 2. (Wounds Of The Centuries) / To Negate / The Grid / Out Of The Grid Brano migliore: Double Faced
Musicisti: Tigran Hamasyan (pianoforte, tastiere, effetti elettronici, voce), Sam Minaie (basso elettrico), Arthur Hnatek (batteria, effetti elettronici), Gayanée Movsisyan (voce), Areni Agbabian (voce), Ben Wendel (sax tenore), Chris Tordini (contrabbasso), Nate Wood (batteria) Seguo da diversi anni le traiettorie artistiche di questo giovanissimo e talentuoso pianista armeno, ma mi sembra che il suo viaggio musicale sia sempre più fuori strada rispetto alle premesse iniziali. Mockroot è un album che ormai di jazz ha soltanto la base, che è quella classica del piano trio. Su questa base viene però innestata una struttura rivolta verso la world music. Inoltre il trio si muove in modo molto ritmico in ogni suo componente (compreso il pianoforte del leader), privando l'insieme dell'indispensabile elemento melodico. Tigran è al solito tecnicamente ineccepibile, ma l'impressione è che la musica risulti affascinante solo in quanto vagamente esotica. In altre parole, se fossimo Armeni, forse un disco come Mockroot non riuscirebbe a smuoverci più di tanto l'animo. Tigran Hamasyan penso che dovrebbe prendere ispirazione da Dollar Brand (Abdullah Ibrahim) che, soprattutto negli anni '80, è riuscito a mischiare mirabilmente jazz e musica etnica, senza far prevalere nessuna delle due. Partecipa alle registrazioni il giovane e quotatissimo sassofonista canadese Ben Wendel (peraltro già collaboratore di Hamasyan in alcuni dei suoi dischi passati). |