Continua la strana evoluzione di Fink da un capo all’altro della musica popolare contemporanea. L’idea di base di questo musicista è per certi versi geniale: prendete la musica dance di qualità, togliete tutta la ritmica roboante, lasciando solo qualche spruzzata di campionamento elettronico: quello che resterà sarà la nuda melodia. Fink riveste questa melodia con arrangiamenti basati su arpeggi reiterati di chitarra classica e su una sezione ritmica che suona come se i bambini stessero dormendo nella stanza accanto. Tutto giusto dunque? No, perché ad un sound meraviglioso non corrispondono (quasi mai) grandi canzoni. Assomiglia a: Xavier Rudd, David Gray Dove ascoltarlo: in una discoteca al momento della chiusura. |