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Jimi Hendrix - Valleys of Neptune

 


La diffidenza è una brutta cosa, l’ho sempre pensato. E’ un filtro che, in base a un pregiudizio, spesso ti impedisce di conoscere cose (o persone) belle e nuove, di gustarti emozioni e sentimenti positivi. La diffidenza per poco mi avrebbe negato l'ascolto di questo strano oggetto, a forma di dischetto traslucido, che riporta 61 minuti di vecchie registrazioni, risalenti al 1969, di Jimi I°, detto il Grande. La diffidenza mi faceva pensare alla solita raccolta postuma di inutili scarti di registrazione su cui un'intera generazione di manager discografici s'è a suo tempo arruicchita. E invece no. Questo "Valleys of Neptune" è a tutti gli effetti un VERO album, che ci restituisce un Hendrix in forma smagliante, quell'Hendrix, tanto per intendersi, di "Are You Experienced" o di "Electric Ladyland" giustamente passato alla storia come uno dei più grandi manovratori di chitarra di tutti i tempi, se non il PIU' grande. Basta sentirlo come rivaleggia a distanza con Clapton affrontando "Sunshine of Your Love" o si scatena in mirabilie rock-blues come in "Lover Man". Ma la diffidenza è una brutta cosa, la scacci dalla porta e lei rientra dalla finestra. E se fosse tutta un'operazione a tavolino, una specie di "Avatar" musicale ricostruito da qualche genio del computer? Beh, rispondo, e se anche lo fosse? Fatemi conoscere lo smanettone che sta dietro tutto questo perché lo voglio ringraziare di persona. Come ringrazierò il primo scienziato che mi clonerà Marylin Monroe. Perché noi vecchi positivisti ludici siamo capaci di non essere diffidenti.

Brani preferiti: "Sunshine of Your Love", "Lover Man", "Lullaby for the Summer"
Da ascoltare preferibilmente: fumando erba sui bordi della fontana della giovinezza.
Voto: ****1/2         

                                                                              Marco Monzali