Commento: album parzialmente deludente per il cantautore californiano dopo i fasti dell’ottimo Mercy del 2009. Questa volta Rocco decide di fare tutto da solo, non convocando in studio il suo storico gruppo di accompagnamento (The Burden). Ne viene fuori una musica forse anche troppo minimalista: un folk ridotto all’osso da cui si intravede il blues rurale. Ci sono pochi momenti in cui le canzoni fanno alzare il proverbiale sopracciglio ma, quando ci riescono (Lucky, Shake Oil Salesman, la title track), l’intatta classe dell’autore risveglia antiche belle sensazioni.
Assomiglia a: William Elliott Whitmore.
Dove ascoltarlo: nella biblioteca del Congresso di Washington.
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