Commento: gruppo dalla tecnica sopraffina, gli Umphrey’s McGhee sono da anni una delle più credibili jam band made in USA. La loro caratteristica principale è quella di amare le atmosfere del prog rock anni ’70 (soprattutto Genesis, Hatfield & The North e Caravan) e quindi la loro musica è sempre stata una sorta di “prog improvvisato”, con brani lunghi e pieni zeppi di cambi di tempo e stacchi mozzafiato. Non sono mai stati rilassati in stile Grateful Dead questi ragazzi e forse proprio per questo adesso hanno deciso di virare decisamente verso un inatteso indie rock con decise spruzzate funk e new wave. Le canzoni sono divenute molto più concise e quasi ballabili, anche se talvolta rimangono tracce della sopraffina classe strumentale. Questo album non è certo il capolavoro degli Umphrey’s McGhee (quello si chiama The Bottom Half ed è uscito nel 2007), ma è un disco degno di nota per il suo coraggio ed è l’evidenza di una necessità di cambiare che solo i più grandi riescono a cogliere al momento giusto. Potrebbe essere l’inizio di una nuova strada da percorrere con piacere insieme a loro. Assomiglia a: Phish, MOE, Oysterhead
Dove ascoltarlo: in un vicolo della periferia di una grande città |